il caso

In pochi scelgono di vaccinarsi contro l'influenza

Solo il 61 per cento degli anziani lo scorso anno si è sottoposto alla somministrazione del farmaco distribuito dalla Asl

SALERNO. È partita la campagna vaccinale antinfluenzale 2016, con l’invito dell’Asl a vaccinarsi rivolto agli anziani, ai bambini più deboli e a chi è affetto da gravi patologie. L’Azienda sanitaria locale sta consegnando i vaccini a tutti i medici di base, che a loro volta li dovranno somministrare a chi è più a rischio. Ma in quanti a Salerno e in provincia si sottopongono alla somministrazione, che comunque non è obbligatoria? Nel 2015 il 61,3 per cento degli ultra 65enni si è vaccinato e cioè 132mila su 215mila anziani. Rispetto a questo dato, nel dettaglio su 34mila anziani solo di Salerno e Pellezzano (Distretto 66) se ne sono vaccinati 18mila, e cioè il 54 per cento degli ultra 65enni. I dati del servizio Epidemiologia area centro del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Salerno, diretto da Maria Grazie Panico, mostrano un trend in aumento, grazie anche alle campagne pro vaccinazione, anche se sono ancora scarse le somministrazioni rispetto alle percentuali auspicate dal Ministero della Salute. Nel 2014 sono stati 16mila gli anziani dai 65 anni in su che si sono vaccinati nel Distretto 66 di Salerno e Pellezzano: tradotto in percentuale si è vaccinato il 49,4 per cento (un anziano su due). Un dato non alto, perché il Ministero indica di coprire almeno il 75 per cento cioè tre anziani su quattro.

Tra un po’ di mesi vedremo com’è andata quest’anno, ma la campagna è appena iniziata e ora i medici di base iniziano a riempire gli studi di vaccini che l’Asl sta consegnando e a somministrare le prime dosi. Chiunque vorrà tenere lontano il virus che rischia di tenerlo a letto per giorni e rientra nelle categorie previste dall’Asl, potrà sottoporsi quanto prima alla vaccinazione. Gli ultra sessantacinquenni sono la categoria a rischio perché meno forti nell’affrontare la prova delle alte temperature, dei dolori muscolari, della cefalea o del mal di gola e della tosse. Il vaccino rappresenta una soluzione, anche se la diffidenza a volte gioca brutti scherzi e c’è chi sceglie di correre il rischio di contrarre il virus pur di non sottoporsi alla somministrazione.

Qualche anno fa ci fu un crollo delle coperture vaccinali dovuto al ritiro dei vaccini in seguito ad alcuni decessi, che poi fu dimostrato non erano collegati ai farmaci utilizzati. La flessione fu registrata anche a Salerno, con un -5%, ma in Italia si arrivò a un -10%.

Vaccinarsi, però, non è solo un modo per proteggere se stessi ma anche gli altri. Se si pensa all’Aviaria del 2006 e alla Suina, a cavallo tra il 2009 e il 2010, quei virus avrebbero risparmiato molte persone se le coperture vaccinali fossero state più alte. Il vaccino contro la febbre è facoltativo, mentre altri sono obbligatori: anti difterite (gola), antitetanica, anti epatite B, anti polio (paralisi arti e organi), l’anti aemophilus influenzale di tipo b (meningite) e l’anti pertosse. Questo vaccino “esavalente” va fatto nel primo anno di vita.