In piazza per chiedere le staminali

Presidio a Pastena organizzato dalle mamme di Marta e Giovanni che attendono il via libera alle cure di Vannoni

«Noi vogliamo le staminali». Lo hanno urlato a gran voce ieri mattina tantissimi studenti di scuole elementari e medie che hanno preso parte al presidio organizzato da Paola e Lina, le mamme di Marta e Giovanni che da mesi attendono di capire se avranno accesso o meno alle infusioni ideate dal dottor Davide Vannoni, che al momento vengono praticate soltanto agli Spedali Civili di Brescia. Una manifestazione che si è idealmente unita a quelle in programma a Brescia ed a Roma per sensibilizzare tutti all’utilizzo delle cure compassionevoli, ma soprattutto per chiedere maggiore chiarezza sull’accesso a queste ultime dopo le presunte irregolarità riscontrate in queste settimane.

Bloccata anche la strada principale per attirare l’attenzione di cittadini ed istituzioni: per qualche minuto a Pastena è stato il caos. Un caos fatto anche di palloncini rosa e azzurri, tutti per Marta e Giovanni. «Chiediamo il diritto alla cura ed alla vita- ha detto Paola Sivoccia, la mamma della piccola Marta Cupo- un filo ci unisce con Roma e Brescia, quello è il filo della vita e della voglia che abbiamo di combattere per i nostri figli, ma anche per tutti i bambini che potrebbero averne bisogno in futuro. vogliamo lo sblocco immediato delle liste d’attesa».

Le liste infatti restano bloccate da otto mesi, pur in presenza di urgenze conclamate e certificate. «Mio figlio- ha detto Lina Fiorucci, mamma di Giovanni Procentese- ha ottenuto una sentenza d’urgenza a marzo dello scorso anno ma ad oggi non si è mosso nulla. Giovanni ha subìto due ingiustizie: quella di non essere chiamato anche sotto preciso ordine del Tribunale di Salerno e poi di essere scavalcato da chi ha avuto una sentenza successiva ma oggi è già alla terza, se non quarta infusione. Questa è una vergogna».

Chiesta anche maggiore trasparenza nelle liste e nella gestione degli accessi alle cure: pur garantendo la privacy dei malati bisogna fare in modo che tutti possano monitorare la loro situazione, ma soprattutto che ognuno possa essere al corrente di eventuali modifiche all’ordine e dei motivi che le generano. «Ci sono cose che non capiamo - hanno rimarcato le mamme in piazza - non ci è chiaro a che gioco si stia giocando, non ci è chiaro perché non abbiamo il diritto a curare i nostri figli e non ci è chiaro nemmeno perché pur in presenza di una sentenza del Tribunale a Brescia nessuno muova un dito, non per noi che siamo gente comune ed onesta, senza santi in paradiso».

Ieri agli Spedali Civili di Brescia che sono stati occupati dai manifestanti c’era anche il papà di Giovanni Procentese, il signor Giuseppe che non ha voluto far mancare il proprio apporto per chiedere lo sblocco immediato delle liste d’attesa e di conseguenza procedere alla somministrazione delle cure con il metodo del professore Vannoni. Al momento in quella che i sostenitori del Movimento Pro Stamina chiamano la “lista fantasma”, ci sono circa 150 persone, in prevalenza bambini che aspettano il loro turno per provare a stare meglio. La situazione di Giovanni è infatti quella più urgente e drammatica perché ogni singolo gesto quotidiano con la sindrome di Neimann- Pick diventa pericoloso, per Marta invece il Tribunale ha respinto la prima richiesta ma c’è un ricorso. «La sindrome di Marta non è neurodegenerativa, «avrebbero spiegato dal Tribunale di Salerno ma - ha rimarcato Paola Sivoccia - se mia figlia può star meglio con le staminali io farò di tutto per garantirle il diritto alla salute ed alla vita».

Carmen Incisivo

©RIPRODUZIONE RISERVATA