Percorsi di fede

In marcia fino a Santiago di Compostela

Gli scout della parrocchia di San Gaetano di Salerno sono approdati ieri in Galizia dopo aver camminato per oltre 120 chilometri

SALERNO. “Camino”, nella cultura spagnola, sta a indicare il destino a cui non ci si può sottrarre, e quello per Santiago di Compostela, su tutti, è “il” cammino per eccellenza, perché conduce al dio cristiano. Fin qui, un atto di fede, come quello che ha contrassegnato il pellegrinaggio fin dai tempi del Medioevo, quando dalla Francia e dalla Spagna si partiva a frotte per raggiungere il santuario. Ma il cammino millenario, fatto di simboliche conchiglie appese al collo e di “Ultreya! Suseya!”, le grida di incoraggiamento per affrontare l’arduo tragitto nel cuore della Galizia, può rappresentare anche un viaggio dove, a crescere, tassello dopo tassello, non è (solo) la fede, ma anche l’amicizia, l’indipendenza, la capacità di fare squadra e di sostenersi nei momenti di difficoltà.

Ed è con questo duplice spirito che ieri, il clan “Fuoco ultima oasi” del gruppo scout Agesci Salerno 1 della parrocchia di San Gaetano, è approdato nella cattedrale di San Giacomo, dopo aver percorso 120 chilometri a piedi. Da rione Calenda a la fachada do Obradoiro, i ragazzi, di età compresa tra i diciassette ed i ventuno anni, hanno condiviso sogni e stanchezza, entusiasmo e paure, divertimento e brividi, insieme alle loro guide “senior”: Carmen Russo, Claudia Imparato, Daniele De Martino, Clemente Gaeta e Adriano De Falco.

Perdendosi nella natura e assaporando, passo dopo passo, il misticismo di quei luoghi che spinsero Paulo Coelho a diventare uno scrittore. Angela De Martino, Romolo Mastantuoni, Annamaria Mastantuoni, Andrea Alfieri, Daniele Gaeta, Federica Amato, Carlo Cristiano, Mattia Taurone, Simone Torluccio, Marzia Siani, Gaia Petrosino, Federico Alfinito, Federico Rivetti, Miriam Pastore, Lucia Perrone, Vincenzo Nigro, Chiara Cristiano e Francesca Gaeta hanno prima raggiunto Bologna, per poi fare tappa a Vigo in Galizia.

Sei giorni in marcia, zaino in spalla, un occhio al cielo, l’altro alla natura incontaminata che l’Unesco ha voluto benedire come patrimonio dell’umanità. Tui - Porriño; Porriño - Redondela; Redondela - Pontevedra; Pontevedra - Caldas de Rei; Caldas de Rei - Padron; Padron - Santiago de Compostela: ieri il sospirato arrivo nel luogo dove sorge uno dei massimi santuari cattolici del mondo, che li ha ripagati di tutti i sacrifici finora fatti.

«Per tutti noi è stata un’esperienza incredibile – racconta Adriano De Falco, professione guida – Non è stato semplice e non sono mancati i momenti di grande stanchezza, ma alla fine eravamo animati da tanta passione ed è stato bello anche condividere tutte le tappe di questo viaggio spirituale, collettivo e interiore, perché credo che ognuno di noi tornerà a casa particolarmente arricchito dopo aver respirato questi luoghi». E con un motto ormai ben chiaro: «Non arriva primo chi va più veloce, ma chi sa dove sta andando», come i giovani partecipanti hanno anche voluto postare sui loro profili facebook, quasi a voler sottolineare che, soprattutto in un’epoca di grande accelerazione, avere chiaro il proprio scopo è decisamente più importante che correre senza meta. E ora? Tanta emozione, ma anche un pizzico di tristezza perché è giunto al termine un viaggio che è servito a stringere amicizie profonde, ma anche a comprendere la gioia del sacrificio.

«Durante il cammino non si è mai soli, anche quando si attraversano le strade in solitudine» racconta Angela, mentre Francesca spiega: «È stata un’esperienza ricca di emozioni che fa riflettere sia sul profilo personale che nella condivisione con gli altri. L’arrivo a Santiago è in realtà una nuova partenza nella vita quotidiana».

Il ricordo resterà sempre vivo, insieme a quella “certification de paso” che si sono faticosamente conquistati macinando chilometri su chilometri: a brillare sul fondo blu del certificato, i raggi gialli della conchiglia di San Giacomo, quelle che nei secoli milioni di pellegrini hanno raccolto sulle spiagge galiziane e sulla costa di Finis Terrae, l’attuale Finisterre, un tempo considerato il termine delle terre conosciute, oggi la porta su un nuovo viaggio.

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