In manette anche il secondo violentatore

Si tratta di un 40enne marocchino: è stato bloccato dai carabinieri nel parcheggio di piazza della Concordia

Si aggirava tra le auto in sosta nel parcheggio di piazza della Concordia. Frastornato e intimorito, tentava di confondersi tra la folla, probabilmente per raggiungere un appartamento del centro storico dove sporadicamente riesce a farsi ospitare da un gruppo di connazionali. Ma è stato notato da alcuni carabinieri in borghese della compagnia di largo Pioppi: è bastato uno sguardo all’identikit diramato nella tarda mattinata di martedì per capire che quello straniero era il secondo uomo che nella notte tra il 16 e il 17 maggio aveva abusato di una trentunenne sulla spiaggia di Santa Teresa.

La cattura. I militari hanno fatto scattare l’allarme, sollecitando l’arrivo dei rinforzi. Dopo pochi minuti, le pattuglie hanno circondato l’intera piazza per ostruire ogni possibile via di fuga: per Assan Zaziqi, quarantanenne marocchino senza permesso di soggiorno, con precedenti penali per reati contro il patrimonio, non c’è stato scampo. Nonostante abbia tentato di scappare, i carabinieri del tenente Bartolo Taglietti sono riusciti a incastrarlo, mentre decine di persone, a piedi e in auto, sono rimaste paralizzate in attesa di capire cosa stesse accadendo. Quando hanno realizzato che le forze dell’ordine erano riuscite a bloccare il secondo uomo che aveva violentato la ragazza, si sono congratulati con i militari.

La “caccia” era partita nella mattinata di martedì, dopo l’arresto di Radouane Makkak, marocchino clandestino di trentotto anni, fermato all’altezza di viale Unità d’Italia mentre era a bordo dell’Audi della giovane donna.

Lo stupro. Dopo aver abusato di lei con Zaziqi, che si era allontanato dalla spiaggia nel cuore della notte, Makkak aveva invece preteso che la vittima lo portasse in giro in auto per tutta la città, da via Roma alla zona orientale. La trentunenne – che è di origini marocchine ma da anni vive in Italia dove svolge un incarico di responsabilità – aveva acconsentito nella speranza di riuscire a trattenerlo per consegnarlo alla giustizia: avvisato via cellulare un collega con il quale avrebbe dovuto vedersi per poi sostenere un esame, era riuscita a fare arrivare ai carabinieri la segnalazione della sua posizione e a liberarsi, dopo oltre tre ore e mezzo da incubo, di uno dei suoi due aggressori. Makkak è stato subito fermato e dopo le formalità di rito in caserma, trasferito al carcere di Fuorni in attesa della direttissima che dovrebbe tenersi oggi o domani. A difenderlo è l’avvocato Gerardo Cembalo, intenzionato a fare luce su quanto accaduto e a confrontare la ricostruzione fatta dalla ragazza con altri elementi di prova.

La vittima sotto choc. Dopo essere stata accompagnata in ospedale per essere sottoposta ad accertamenti – i medici hanno confermato che ha subìto violenza, riscontrando inoltre sul corpo diverse ecchimosi, frutto probabilmente di una colluttazione tra la donna e i due connazionali – è stata dimessa e attualmente si trova ancora a Salerno dove è domiciliata. In città ha alcuni amici, mentre la sua famiglia è lontana. È ancora profondamente turbata. La notte dell’orrore è iniziata alle due: la trentunenne si trovava in spiaggia, dopo aver trascorso una serata con gli amici, per fumare una sigaretta e rileggere alcuni appunti memorizzati sul tablet, quando è stata avvicinata dai due che le hanno chiesto dei soldi per comprare delle birre. Lei ha cacciato fuori dalla borsa una banconota da cinquanta euro, sperando di liberarsi di loro, ma così non è stato. A turno l’hanno violentata.

Le ricerche. Per oltre ventiquattro ore, i carabinieri hanno passato al setaccio la città e la Piana del Sele alla ricerca del secondo uomo, del quale la donna aveva dato una descrizione molto dettagliata. Sentendo il fiato sul collo, il marocchino aveva modificato le sue abitudini, cercando rifugio in altri luoghi: ma la sua latitanza è terminata nel tardo pomeriggio di ieri.

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