L'allarme

In crisi la produzione delle castagne nel Salernitano

La Coldiretti chiede lo stato di calamità: «Cinipide e clima anomalo hanno distrutto le gemme. A rischio anche l'assetto idrogeologico»

SALERNO. La Coldiretti Salerno avvierà le pratiche per la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale del comparto castanicolo. Ad annunciarlo, il direttore Enzo Tropiano nel corso di un incontro a Roccadaspide. La produzione quest’anno è stata praticamente azzerata a causa del cinipide ma anche di un andamento climatico anomalo che con il caldo di febbraio ha provocato la ripartenza vegetativa e con la gelata successiva la distruzione delle gemme.

Da un’analisi effettuata sulle piante, inoltre, è emersa la presenza dell’antagonista naturale del cinipide, il Torymus sinensis. «Occorre dunque non bruciare i residui di potatura – spiega Tropiano - e avviare le cure colturali della pianta che consentiranno di qua a qualche mese di far vegetare meglio il castagno, oggi debilitato, attraverso potature, concimazioni ove necessario e attraverso la manutenzione dell’assetto idrogeologico per non lasciare le radici nella morsa di agenti atmosferici. Abbiamo sollecitato interventi perché da solo, il ristoro economico causato dalla grave crisi, non serve – puntualizza il direttore di Coldiretti – purtroppo molti castagneti sono in uno stato di abbandono che crea solo ulteriori danni. Il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane, dove svolge un ruolo fondamentale anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell'assetto ambientale e idrogeologico». Coldiretti auspica, infine, che in tempi brevi venga accolta la proposta di classificare il castagno come essenza forestale o frutticola, «in modo – conclude Tropiano – da poter avviare investimenti con il prossimo Psr. Attualmente i castagneti sono esclusi, ma l’eventuale riclassificazione consentirebbe di avviare anche per il comparto nuove azioni per rilanciare la produzione e l’intera filiera».