da amalfi a minori

In Costiera a rischio la corsa al rientro delle statue in chiesa

AMALFI. Pure i paesi della Costiera dovranno tenere conto delle nuove “norme per le feste religiose”. Ai principi emanati dalla Conferenza episcopale campana si è subito adeguata Vietri. Il parroco...

AMALFI. Pure i paesi della Costiera dovranno tenere conto delle nuove “norme per le feste religiose”. Ai principi emanati dalla Conferenza episcopale campana si è subito adeguata Vietri. Il parroco don Mario Masullo, infatti, attraverso una lettera ha voluto mettere in chiaro come “tutto ciò che compete l’organizzazione delle feste patronali, sia dal punto di vista religioso che civile, è di pertinenza della parrocchia”. “È da diversi anni – ha aggiunto nella missiva inviata al sindaco – che il Consiglio pastorale stabilisce ciò che potrebbe essere pertinente e ciò che non lo è”. Il documento, tra l’altro, stabilisce che non è consentito “occorre curare e guidare la processione in maniera tale che sia realmente una corale testimonianza dei genuini sentimenti religiosi”. Che, tradotto in soldoni, potrebbe significare anche mettere al bando tradizioni radicate sul comprensorio amalfitano, come la corsa del “Santo” al rientro in chiesa. Un’usanza spettacolare che si tramanda da secoli in particolar modo ad Amalfi e Maiori. Mentre nell’antica Repubblica marinara è tutto “work in progress”, poiché la settimana prossima si riunirà il comitato, presieduto da Andrea De Luca, proprio per discutere delle regole in occasione della prossima ricorrenza di Sant’Andrea, a Maiori le idee sono già chiare. «Non si può impedire – evidenzia il parroco della collegiata di Santa Maria a mare, don Vincenzo Taiani – la corsa della statua della Madonna, che si fa da centinaia di anni. Per quanto riguarda le altre norme noi siamo in regola, perché la processione di agosto dura un’ora, mentre quella di novembre al massimo un’ora e mezza. È in corso anche la costituzione del nuovo Comitato festeggiamenti, che è espressione dei cittadini».

A Minori, infine, le norme dettate ora dai vescovi sono attuate già da anni. «Da noi il comitato festeggiamenti è presieduto dal parroco – rimarca Angelo Sammarco, che fa parte dell’organizzazione – e viene rinnovato ogni anno, come del resto è espressamente ribadito anche nelle norme della Conferenza episcopale. La processione può durare, volendo esagerare, un’ora e 15 e già da anni sono banditi gli spettacoli leggeri».

Gaetano de Stefano

©RIPRODUZIONE RISERVATA