In Centrale arriva un top manager I dubbi dei sindacati

Gaetani ha già effettuato un primo sopralluogo in azienda «Spending review? Potrebbe costare più dei tagli»

La spending review alla Centrale del latte annunciata dal sindaco Vincenzo De Luca, passa attraverso la nomina di un consulente. Alfredo Gaetani, già amministratore delegato di Eurolat (gruppo Parmalat)e della Centrale del latte di Roma, contattato dall’Amministrazione comunale per stilare un piano di razionalizzazione e contenimento dei costi della municipalizzata, ha già effettuato un primo sopralluogo ma per poter riuscire nel suo compito avrà bisogno di una nuova visita allo stabilimento. I rappresentanti sindacali sono già vigili e pronti a boicottare un eventuale incarico che dovesse comportare una spesa ingente per l’azienda. Il ragionamento delle organizzazioni di categoria è chiaro: se si è deciso di azzerare il consiglio di amministrazione e di tagliare gli straordinari per eliminare gli sprechi, risulterebbe un controsenso assumere un consulente che, data la sua esperienza, verrebbe a costare molto di più di quanto si risparmierebbe.

Ma chi è Alfredo Gaetani? Ingegnere elettronico, napoletano, è stato, tra l’altro, anche direttore generale dell’Interporto di Nola. Inoltre, vanta una significativa esperienza associativa. È stato, infatti, vicepresidente dell’Unione Industriali di Napoli prima con Antonio D’Amato e poi con Tommaso Iavarone. Inoltre dal 2002 al 2004 è stato vicepresidente esecutivo della Luiss di Roma. Oggi è direttore di Filiera Agricola Italiana.

Ma il nome di Gaetani è noto anche per il coinvolgimento in alcune vicende giudiziarie, come quelle legate al crac Parmalat. Nel 2004, inoltre, quando era alla Centrale del latte di Roma, venne arrestato su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sull’imposizione dei marchi Cirio e Parmalat ai dettaglianti di alcune province campane da parte dei clan camorristici. Un’inchiesta a cui ha più volte fatto riferimento De Luca per spiegare come mai il marchio salernitano non aveva sfondato sul mercato napoletano. L’ordinanza di custodia cautelare ipotizzava il reato di favoreggiamento aggravato nei confronti di alcuni concessionari del gruppo ritenuti legati al clan dei Casalesi e dei Moccia. Gaetani rimase in carcere soltanto un giorno e dopo tre ore di interrogatorio nel corso del quale ammise che nel precedente incontro con i magistrati aveva nascosto «per paura» i meccanismi contabili attraverso i quali Parmalat pagava milioni di euro che sarebbero poi finiti nelle casse di Francesco Schiavone, esponente di punta dei casalesi.

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