In aula la tredicenne “venduta”

Durante l’incidente probatorio la minore avrebbe scagionato la madre

Com’è giusto che sia c’è il più totale riserbo sulle dichiarazioni rese ieri mattina in Tribunale dalla tredicenne di Matierno che, secondo l’accusa, è stata “venduta” da sua madre a un uomo originario di San Valentino Torio ma titolare di un bar della zona orientale in cambio di regali e piccole somme di denaro.

Il giudice delle indagini preliminari Vincenzo Di Florio, ieri mattina, ha ascoltato con attenzione la minore nel corso di un incidente probatorio, avvenuto alla presenza di una psicologa, del magistrato Francesca Fittipaldi e degli avvocati difensori dei due adulti finiti in galera, la madre della ragazzina e l’uomo che in più di un’intercettazione telefonica veniva identificato come “zio”.

Le poche notizie che sono trapelate dall’aula del Tribunale parlano di una deposizione che, secondo i difensori degli imputati, andrebbe a scagionare la donna che, secondo sua figlia, non le avrebbe imposto gli incontri sessuali con il 64enne, accusato di violenza su minore. Incontri sessuali che, oltretutto, non sono stati ancora confermati dalle perizie, ambientali e ginecologiche, richieste dalla Procura.

Entrambi gli arrestati, durante gli interrogatori di garanzia a cui si sono sottoposti dopo il loro arresto avvenuto il 24 novembre scorso, assistiti dagli avvocati Genserico Miniaci e Luigi Gargiulo, hanno sempre sostenuto che sulla piccola non era stata usata alcuna violenza, hanno sempre parlato di carezze e baci sulla guancia ma negato ogni attenzione a sfondo sessuale.

L’accusa non è di questo parere: contro di loro ci sono, infatti, le intercettazioni telefoniche, in cui i due concordano orari e modalità degli appuntamenti dell’uomo con la piccola. Conversazioni spesso a sfondo erotico, in cui si parla anche di regali, ma che secondo gli avvocati sarebbero relativi a uno “scambio” solo tra i due adulti, senza il coinvolgimento della tredicenne. Non la pensano così gli inquirenti, secondo i quali la mamma aveva anzi intenzione di consegnare a uomini senza scrupoli anche la figlia piccola (che ora ha soltanto due anni) appena si fosse iscritta alle scuole medie. A far scattare le manette fu un’indagine partita da un vicino di casa della donna che lo scorso ottobre segnalò il caso ai carabinieri: a insospettirlo la frequenza con cui quell’uomo andava a prelevare la ragazzina davanti casa, trattenendosi con lei in auto e scambiandosi attenzioni e carezze. (fi.lo.)

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