Imprese: nel Salernitano vince il “formato ridotto”

La maggioranza è costituita da ditte individuali: piccole ma da anni sul mercato

La provincia di Salerno è la sesta in Italia per il maggior numero di aziende con sede legale sul proprio territorio. Di fatti il tessuto produttivo salernitano, con le sue 109.483 aziende attive, supera con distacco anche netto grandi realtà industriali dell’economia nazionale come Firenze, Bari e Padova. A scattare la fotografia sullo stato dei sistemi economici locali è stata la start-up SpazioDati, impresa innovativa di Trento specializzata nell’analisi di dati, che ha sviluppato Atoka. Si tratta di un nuovo motore di ricerca in grado di gestire un enorme numero di informazioni su 6 milioni di aziende italiane. Atoka incrocia banche dati Cerved Group spa con i dati ricavati dall’analisi di duecento milioni tra pagine web e interazioni sui social network delle aziende esaminate. Il livello di affidabilità delle informazioni reperite è molto elevato, considerando che la Cerved è un’azienda leader in questo settore che gestisce i dati direttamente dagli archivi digitali delle Camere di Commercio. «Atoka è uno strumento che abbiamo sviluppato per aiutare le aziende italiane a trovare nuovi partner, fornitori e soprattutto clienti, e per comprendere le evoluzioni dei mercati e della realtà, che è molto più complessa e sorprendente di quanto comunemente si pensi», spiega Gabriele Antonelli, presidente di SpazioDati.

Il sistema imprenditoriale salernitano. La maggior parte delle 109mila imprese salernitane, precisamente 64.168, risultano imprese individuali, mentre le società di capitali e per azioni costiuiscono una minoranza residua limitata a sole 366 aziende. Un punto apparentemente di debolezza, ma anche di forza, tanto che Atoka definisce quella salernitana una delle economie più stabili. Il 68% delle aziende, oltre 50mila, è attiva da almeno 5 anni, mentre altre 19.167 imprese hanno già compiuto i 20 anni di attività. Insomma si tratta di un’economia in cui la maggior parte delle aziende non nascono e muoiono nel breve periodo. Una simile solidità può dipendere dal fatto che il piccolo stato dimensionale delle nostre imprese, più che un potenziale punto di debolezza, sia una peculiarità legata al contesto in cui operano.

La ripartizione per settori. Oltre 34mila di queste aziende sono attive nel settore del commercio e vendita al dettaglio: a parte i tabaccai, parliamo della vendita di prodotti artigianali, alimentari e agricoli, legati spesso alla tipicità del territorio salernitano. A queste si aggiungono 13.652 aziende agricole. Piccoli agricoltori che hanno il privilegio di produrre spesso quelli che sono i prodotti tipici, i quali rientrano anche nelle tante categorie di origine controllata dei nostri territori o vanno ad alimentare una filiera industriale dell’agro-alimentare, che costituisce un’eccellenza non solo nazionale. Tante piccole realtà produttive che insieme tessono le fila di un grande ed eccellente distretto produttivo. Discorso che si adatta anche alle 9.517 imprese di Alloggio e turismo, migliaia delle quali sono in formula b&b o gestione familiare, ma che fanno tutte leva sulla bellezza dei luoghi della provincia di Salerno, dal Cilento alla Costa d’Amalfi, dalla Piana del Sele al Vallo di Diano.

Cosa attrae del nostro territorio. Lo scenario è confermato dall’analisi che Atoka offre sui trend delle parole-chiave più utlizzate su internet e social network riguardo la nostra provincia: Cilento, costiera amalfitana, cibo, latta, edificio, Paestum, bufalo d’acqua, hotel, pasticceria, agricoltura, Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, piana del Sele, friggitorie.

Il tallone d’Achille. Resta molto da fare però proprio sulla digitalizzazione, perché solo l’8% di tutte le aziende salernitane hanno un sito web; occorre quindi far comprendere che la presenza digitale della propria azienda è una finestra che permette di affacciarsi su una molteplicità di mercati e di canali di sbocco alternativi.

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