ECONOMIA

Imprese a Salerno: una piattaforma per il futuro Governo 

Prete guida la delegazione salernitana agli Stati generali di Confindustria convocati dal presidente Boccia

SALERNO - Confindustria si prepara a dare i suoi “consigli” al futuro Governo e a lanciare le sue proposte. L’assise generale di Verona, in programma domani ha un concept ben chiaro: «Non promesse elettorali ma un piano organico di politica economica». A capitanare la delegazione salernitana, con oltre 50 industriali, sarà il presidente di Confindustria Salerno, Andrea Prete. «È un appuntamento importante, anche perché non è un evento rituale. L’ultima volta che si sono svolte le Assisi generali è stato nel 2010, all’epoca della presidenza di Emma Marcegaglia».
Stavolta coincidono con la vigilia delle elezioni politiche.
«Visti il momento particolare che sta attraversando il nostro Paese, e la scadenza elettorale, il presidente Vincenzo Boccia ha ritenuto opportuno convocarle, in quanto gli imprenditori sono protagonisti della vita economica della nostra nazione».
Dall’incontro emergerà una piattaforma programmatica?
«Sicuramente. Le tre mission individuate da Confindustria sono più lavoro, più crescita, meno debito pubblico. Il punto di vista è che non bisogna smontare le cose fatte in questi anni e che hanno dato effetti economici positivi. Ci sono politiche che hanno inciso sui fattori produttivi in modo trasversale ai settori economici e che hanno permesso di accelerare i processi di cambiamento. Queste politiche, su tutte Jobs Act e Piano Industria 4.0, vanno valutate per gli effetti che hanno generato, adattate per renderle più efficaci, ma non depotenziate per motivi ideologici. L’azione di Confindustria si svilupperà su sei ambiti, che chiamano in causa le imprese, l’Europa e la politica italiana: Italia più semplice ed efficiente; scuola, formazione, inclusione giovani; investimenti assicurazione sul futuro; l’impresa che cambia e si muove nel mondo; un fisco a supporto di investimenti e crescita;Europa miglior luogo per fare impresa».
In Italia si torna ad investire?
«Molto spesso la politica dimentica che la ricchezza la creano le imprese. Il motore del Paese sono proprio gli imprenditori che la mattina si alzano, rischiando il proprio capitale e creando posti di lavoro. In questi giorni, ascoltando le proposte dei partiti, vedo un Medioevo che si avvicina, persone che parlano senza sapere cosa dicono, dimenticando che l’Italia è la seconda nazione industrializzata d’Europa. Il lavoro è fondamentale per la crescita e, perciò, bisogna creare posti di lavoro facendo investimenti ed essendo rigorosi nei conti pubblici. Non si può pensare di fare ciò aumentando il debito pubblico, come propongono in tanti. Questa è pura follia. Una famiglia, infatti, non spende più delle sue entrate. Confindustria propone di ridurre il rapporto debito/Pil del 20 per cento in 5 anni. E tutto deve essere innescato in un circuito virtuoso».
Gaetano de Stefano
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