Imprese, 8 mesi di lavoro solo per pagare le tasse 

Per le aziende salernitane il “Tax freedom day” scatterà il prossimo 31 agosto Lombardi (Acs): «L’eccessiva pressione favorisce sommerso e delocalizzazioni»

Le imprese salernitane quest’anno lavoreranno fino al 31 agosto solo per riuscire a pagare tutte le tasse, che risultano così tra le più alte d’Italia. Il Centro Studi di FederCepi Costruzioni ha reso pubblici i primi risultati delle elaborazioni effettuate sul “Tax freedom day”. Si tratta di un metodo che consente di calcolare il “giorno di liberazione dalle tasse”, cioè il giorno dell’anno a partire dal quale ipoteticamente le imprese smettono di pagare le tasse sul guadagnato, lavorando solo ed esclusivamente per sé. Il calcolo viene generalmente effettuato dividendo i parametri di produttività annuali, come il Pil o in questo caso il reddito di impresa, per l’ammontare complessivo di tasse, imposte e contribuzioni versate, calcolando così l’equivalente del numero di giorni di lavoro che occorrono solo per pagare tutte le tasse versate. Ebbene il “Tax freedom day” per le imprese di Salerno per quest’anno cadrà il 31 agosto. In altre parole questo vuol dire che le aziende salernitane, nel 2017 hanno lavorato l’equivalente di 241 giorni, 8 mesi su 12, solo per riuscire a pagare regolarmente tutte le tasse e le imposte annuali; mentre solo per i restanti tre mesi dell’anno potranno realizzare profitto per sé e per i propri dipendenti. «Si continua a parlare di calo della pressione fiscale ma ormai il “trucco” è ben noto a cittadini e imprese: per ogni singola, sporadica e spesso trascurabile diminuzione, si creano nuove imposte a compensazione», denuncia Antonio Lombardi, presidente dell’Associazione dei costruttori salernitani.
Il “Tax freedom day” nazionale è stato calcolato, anche da altre associazioni di categoria come la Cna e la Cgia di Mestre, nel giorno del 13 agosto 2017, ben 27 giorni al di sotto di quello della città di Salerno, che si colloca così ai primi posti in classifica tra le realtà in cui le attività produttive risultano le più tartassate. Sopra di noi solo altre poche città come Reggio Calabria, con la tassazione più elevata, dove si lavora fino al 24 settembre solo per pagare tasse (265 giorni l’anno), Bologna (fino al 19 settembre) e Roma (11 settembre). «È anche così, con queste politiche, che si favoriscono fenomeni di elusione ed evasione fiscale, processi di delocalizzazione delle imprese e di esportazione di cervelli e capitali all’estero», spiega ancora il presidente Lombardi.
Per calcolare il “Tax freedom day”, a differenza di Cna e Cgia di Mestre, il centro studi della FederCepi ha tenuto conto anche delle imposte e delle aliquote locali, come Irap, Imu e tassa sui rifiuti. Queste ultime due sono quelle che risultano incidere di più sull’intera tassazione applicata alle imprese salernitane. «L’Imu viene pagata sui capannoni industriali con l’aliquota più alta possibile, pari a quella stabilita per gli immobili di lusso come le ville ad uso vacanze, quando un capannone ha spesso una funzione di deposito, strutture rudimentali e soprattutto una funzione produttiva e non di svago», fanno sapere dall’Associazione costruttori salernitani. Senza contare che una simile aliquota non vale forse realmente la posizione occupata da capannoni e strutture industriali situate ad esempio nel Cilento, dove le infrastrutture per i trasporti sono carenti (comportando quindi costi maggiori), manca la fibra ottica (un fattore competitivo di svantaggio), o non arriva nemmeno l’illuminazione pubblica.
Stesso discorso vale per le aliquote per la tassa sui rifiuti, i quali rappresentano per qualunque impresa già un costo di produzione enorme, per il conferimento in discarica, la differenziazione (di materiali in legno, ferro, plastica, elettrici, scarti di produzione di ogni genere). Insomma, sembra che le imprese salernitane paghino le tasse tra le più alte d’Italia, lavorando per lo Stato fino al 31 agosto, ma non sempre vantano un ritorno di servizi così efficienti da giustificare l’ingente pressione fiscale.
Marco Giordano
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