Impianto Rame, prosciolto Volpe

Condannati il titolare della società e quattro funzionari del Comune di Bellizzi

BELLIZZI. Cinque condannati e cinque prosciolti per prescrizione (tra cui l’ex sindaco Mimmo Volpe) per il via libera dato alla realizzazione di un impianto di riciclaggio di inerti a ridosso del torrente Vallemonio. I giudici della prima sezione penale hanno condannato a 1 anno e 8 mesi Franco Civita, titolare della societa Rame proprietaria dell’impianto. Condannati inoltre i funzionari comunali Palmerino Belardo (1 anno e 6 mesi) e Lucia Rossi (8 mesi), il segretario comunale Luigi Rossano (1 anno e 4 mesi) e, in qualità di avvocato dell’ente, Candido Volpe (1 anno e 4 mesi). Prosciolti per prescrizione, oltre a Mimmo Volpe (difeso dall’avvocato Antonio Cammarota), anche Stefano Ciccariello, Angelo Mellone, Pasqualino Giocondo Laurenza e Gennaro Laurenza.

I giudici hanno dichiarato la falsità del parere formulato nel 2003 dalla commissione edilizia comunale di Bellizzi e del permesso a costruire rilasciato alla Rame nel 2004, atti in cui si attestava la conformità alle norme urbanistiche del progetto presentato dalla società. E falsi sono stati giudicati anche gli atti in cui si negava che in prossimità all’area scelta per l’impianto la mappa indicasse non un semlice fosso ma il torrente Vallemonio, con relativo vincolo paessagistico. A far scattare l’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Penna, fu la denuncia dell’ingegnere Marco De Ligio, costituitosi parte civile tramite l’avvocato Giuseppe Della Monica e destinatario ora del provvedimento di risarcimento del danno disposto dal Tribunale e da quantificarsi in sede civile. Il pm ha posto l’accento sulla falsa conformità urbanistica dell’intervento e sulla mancata richiesta del parere alla Soprintendenza per i beni paessagistici, parere che era invece necessario per la presenza del torrente. (c.d.m.)

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