«Impianto di compostaggio, ci furono violazioni» 

Le Commissione Europea: caricati sui fondi di Bruxelles costi aggiuntivi che spettavano al Comune

C’è stata una violazione in materia di espropri dei suoli per la realizzazione dell’impianto di compostaggio. A dirlo è la Commissione Europea che ha risposto all’interrogazione presentata lo scorso autunno dall’europarlamentare Fulvio Martusciello. Quest’ultimo si era fatto portavoce a Bruxelles di tutti i dubbi sollevati, in merito alla realizzazione e gestione dell’impianto, dall’ex assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano.
Il primo punto, quindi, sottolineato dai commissari è stata la violazione dei regolamenti comunitari in materia di espropri. «L’importo pagato – spiega in una nota Fulvio Martusciello – è stato superiore al 10 per cento del valore dell’opera come imposto dalle norme europee e tale constatazione diviene ancora più rilevante se si considera che i suoli erano di proprietà del Consorzio Asi di Salerno allora presieduto da Felice Marotta che, nello stesso tempo, era anche il segretario del Comune di Salerno con Vincenzo De Luca sindaco».
Altri due i rilievi mossi dalla Commissione europea. Innanzitutto il finanziamento dell’impianto non sarebbe in linea con le attività predisposte dalla Amministrazione in relazione alla parte finanziamento/entrate. Nel caso dell’impianto di Salerno le entrate sono rappresentate dalle tariffe pagate dai Comuni, dalla vendita dell’energia elettrica e dalla vendita del compost. In base alle note dell’Autorità di gestione regionale, il Comune di Salerno, quale beneficiario, avrebbe dovuto calcolare la riduzione del finanziamento. «Cosa mai avvenuta», aggiunge l’eurodeputato. In secondo luogo, il Comune avrebbe dovuto sostenere interamente i costi della gestione dei primi due anni di collaudo. Anche in questo caso, in violazione delle norme, il Comune ha inserito questi costi nel quadro economico finanziato con i fondi europei. Ed ora cosa accadrà? La Commissione ha chiesto di ricevere la delibera conclusiva dell’attività investigativa dell’Anac e ha assicurato che continuerà a monitorare la situazione. «La vicenda dell’impianto di Salerno – ha commentato Giovanni Romano– rappresenta la prova più evidente della totale inadeguatezza dell’attuale Amministrazione regionale a garantire l’efficienza e la correttezza del ciclo dei rifiuti». Per l’ex presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, quanto accaduto «è il fallimento della cattiva politica. Quella degli annunci e dalla approssimazione, della scarsa competenza. Un modello di amministrazione che ha prodotto danni all’ambiente ed uno spreco di risorse pubbliche».
Angela Caso
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