«Imparato è un ingrato Non avrà più i nostri voti»

SALA CONSILINA. «Sei un ingrato e non meritavi i nostri voti»: così i sindaci di Sala Consilina e di Teggiano, Francesco Cavallone e Michele Di Candia, hanno risposto alle accuse mosse nei loro...

SALA CONSILINA. «Sei un ingrato e non meritavi i nostri voti»: così i sindaci di Sala Consilina e di Teggiano, Francesco Cavallone e Michele Di Candia, hanno risposto alle accuse mosse nei loro confronti dal sindaco di Padula, Paolo Imparato, all’indomani della sua rielezione al Consiglio Provinciale. Imparato ha accusato i due primi cittadini di non aver sostenuto in modo compatto, insieme ai consiglieri delle rispettive maggioranze, la sua candidatura. «Sala ha dato ad Imparato 528 voti visto che il voto di ciascun consigliere comunale di Sala Consilina vale 88 voti – dice Cavallone – e se non erro il consigliere Imparato è stato rieletto per circa 20 voti. Se uno dei 6 consiglieri di Sala non lo avesse votato sarebbe rimasto a casa. L’ingratitudine regna sovrana, perchè un voto di Sala vale quanto il voto dell’interno consiglio comunale di un altro paese, quindi dovrebbe essere grato a quelle 6 persone della mia amministrazione che lo hanno votato. Adesso può stare certo che se dovesse ricandidarsi in futuro non prenderà nemmeno questi 6 voti. Chi lo ha votato lo ha fatto perchè era l’unico rappresentante del territorio, ma non meritava il nostro voto». Dello stesso tenore la risposta del sindaco di Teggiano: «Imparato – dice Di Candia – dovrebbe chiedersi invece come mai qualche consigliere che nella precedente tornata elettorale lo aveva votato, questa volta invece non l’ha fatto. Probabilmente non avrà lavorato così bene come lui sostiene. Quando si raggiunge un risultato un amministratore ringrazia sia chi lo ha votato e sia chi non lo ha votato piuttosto che fare dichiarazioni velenose».(e.c.)