Immobili comunali da rivalutare

Sono ancora molte le proprietà invendute perché i prezzi richiesti sono fuori mercato

Prezzi fuori mercato: è questo, secondo una relazione della società municipalizzata Alba srl, il motivo del disinteresse generale all’acquisto dei beni comunali inseriti nel piano di alienazione da ormai cinque anni. La commissione straordinaria, visti i risultati negativi derivanti dalle mancate vendite degli immobili di proprietà comunale, aveva chiesto ad Alba srl di trovare una soluzione per accrescere l’interesse generale su tali beni. L’unica possibilità, secondo la relazione della municipalizzata – che ha inglobato le competenze precedentemente affidate alla liquidata società Veicolo srl – è di abbassare i costi degli immobili in vendita.

Alba, infatti, ha rilevato che “l’andamento del mercato immobiliare ha registrato un elevato calo negli ultimi anni”, sottolineando che “le attuali quotazioni degli immobili previsti in alienazione appaiono di significativo ostacolo al buon fine della vendite dei cespiti”. La municipalizzata, già lo scorso febbraio, aveva suggerito al Comune di valutare una revisione dei valori di vendita degli immobili comunali previsti, che tenga conto delle sopravvenute diverse quotazioni di mercato e della vetustà dei beni. La commissione straordinaria alla guida dell’ente, dopo qualche mese di riflessione, ha deciso di rimodulare i prezzi. D’altra parte, sottolinea la stessa commissione, “il conseguimento delle entrate da alienazione dei beni immobili costituisce la principale misura prevista dall’ente per il risanamento dei conti ed il ripiano del disavanzo”.

Saranno ora i dirigenti del settore tecnico, Giancarlo D’Aco, e finanziario, Giuseppe Ragone, a dover stabilire i nuovi prezzi dei beni in vendita. Che, chiaramente, saranno sottoposti all’attenzione della commissione straordinaria prima di essere pubblicati.

L’amministrazione Santomauro aveva creato la società Veicolo con l’obiettivo di procedere all’alienazione di alcuni beni dell'ente. Ed è imbarazzante l’enorme forbice economica tra le previsioni dell’amministrazione Santomauro all’atto della costituzione e le reali entrate. Nell’estate del 2010, Veicolo nasceva con un capitale sociale di 10mila euro e l’intento di vendere beni comunali, tra terreni e strutture, per un totale di quasi 17 milioni di euro. La realtà è ben diversa. In poco meno di cinque anni, l’azienda ha venduto solo il terreno “ex case minime” tra via Gonzaga e via Volturno, il palazzetto Zauli e la tendostruttura di via Don Minzoni, per un incasso totale di circa 1 milione 600mila euro. Sono ancora in vendita l’immobile “Americanino” ad 1 milione 314mila euro, il macello di via Spineta a 2,2 milioni, l’ex serbatoio di via Olevano (256mila euro), l’ex tabacchificio di via Jemma (8,5 milioni), la torre piezometrica (291mila euro), i terreni ex Ersac di via Gonzaga (480mila euro), il chiosco di via Clarizia (195mila euro), un immobile in via Filigalardi (265mila euro), tre abitazioni in via Leopardi a 84mila euro ciascuna, un terreno in via Abruzzi da stimare. Ed ancora, locali in via Sturzo per 201mila e 172mila euro. A tali beni sono stati di recente aggiunti tre impianti sportivi: il Palazzetto Schiavo a 3 milioni e mezzo di euro, il PalaPuglisi a 800mila euro, l’impianto sportivo di via Giusti ed il bocciodromo di via Adige a 500mila euro ciascuno.

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