Immaturità e dipendenza Così le coppie si sfasciano

In aumento le cause di nullità istruite dal tribunale ecclesiastico interdiocesano Figli e indissolubilità del vincolo le motivazioni maggiormente invocate

La famiglia fondata sul matrimonio corre il rischio di estinzione. Immature, superficiali, avvezze alle dipendenze: le coppie (e non più solo quelle giovani) spesso programmano le nozze con la stessa nonchalance con la quale fissano in agenda un party. Non c’è dunque da stupirsi se, dopo un periodo più o meno breve, l’unione va in frantumi e con essa, un background valoriale che sembrava inscalfibile fino a due generazioni fa. Monsignor Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, non usa mezzi termini: «Se non si rafforzano le motivazioni della fede all’interno dei nuclei familiari, si corre il rischio che le generazioni future vivano solo di ricordi». Un timore confermato da un numero in costante crescita di cause di nullità matrimoniale. A fornire i dati, ieri nel salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, monsignor Michele Alfano, vicario giudiziale, che dopo l’intervento dell’arcivescovo Luigi Moretti, ha aperto l’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico con un dettagliato report, dal quale emerge la profonda trasformazione vissuta dalla famiglia. Basti pensare che dal primo gennaio ad oggi sono state già introdotte quindici cause di nullità matrimoniale, con una media di sei al mese. Nel 2012 ne sono state incardinate 92 (provenienti al 25% dalla Basilicata e per il 75% dalla diocesi salernitana e dall’arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, Bisaccia, Conza, Nusco), di cui 26 introdotte dal Patrono Stabile con il gratuito patrocinio. Ne sono state decise 88: 75 con esito affermativo, 11 con esito negativo. Due le cause archiviate, mentre al 31 dicembre ne risultano pendenti 256. In cima ai capi di nullità c’è l’esclusione della prole (quando uno dei coniugi manifesta la volontà di non volere dei figli): 19 le cause con esito affermativo, 7 quelle negative. Ventotto hanno invece fatto riferimento alla esclusione di indissolubilità (24 positive, 4 negative) ossia quando il marito o la moglie palesano di non ritenere il matrimonio un vincolo valido per tutta la vita. In subordine, «ma con un numero altrettanto significativo e crescente - ha spiegato il vicario giudiziale - si trovano i capi di nullità relativi al difetto di discrezione di giudizio e all’incapacità dell’assunzione degli oneri coniugali, per cause di natura psichica, tra le quali la giurisprudenza rotale annovera le psicosi, le nevrosi, i disturbi della personalità, l’immaturità affettiva, le gravi e devastanti conseguenze determinate dalla tossicodipendenza, dall’alcolismo, dal gioco d’azzardo patologico, tutte indicenti sull’equilibrio della persona, come altre patologie legate ai disturbi della sessualità». Secondo Alfano, i dati rappresentano «l’allarmante patologia delle scelte operate dagli sposi», scelte prese probabilmente con troppa superficialità e senza «una adeguata preparazione umana e cristiana, in prospettiva di impegni che dovrebbero essere assunti per sempre e con la maturità adeguata».Una qualità che è indispensabile anche per chi lavora nella giustizia ecclesiastica, come ha sottolineato monsignor Davide Salvatori, prelato uditore della Rota romana, che ha discusso di deontologia professionale e del rapporto con parti e testi nella fase di consulenza del processo. Quanto ai pastori di Dio, la loro missione per salvare la famiglia dallo sfascio, è «annunciare il Vangelo, affinchè la Parola arrivi dritta al cuore».

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