Il viaggio di Oz in autostop Dal Cilento fino a Genova

Felice Pugliese partirà da Vallo della Lucania il 23 febbraio
«Non andrò a votare. È il mio modo di ribellarmi»

Un uomo, una barba, un viaggio: è il viaggio di Oz, nome che Felice Pugliese ha deciso di adottare nell'impresa che, da Vallo della Lucania, nel Cilento, lo porterà in giro per l’Italia, tramite autostop, con pochi spiccioli in tasca. Il cammino partirà il 23 febbraio come protesta: il 24 si andrà infatti alle urne, mentre Oz boicotterà i seggi perché in viaggio. Il tutto verrà documentato e riportato sulla fan page ufficiale di “Oz e il cammino verso Oz” su Facebook (https://www.facebook.com/OzeIlCamminoDiOz?ref=stream). «È il primo viaggio di Oz, che ho pensato di fare da solo, per comprendere più a fondo la psicantropia dell'umana gente - afferma Pugliese a pochi giorni dell’inizio della sua impresa - Non ho scelto ancora definitivamente le sei tappe ma ne ho un’idea. In fondo non si è mai certi di ciò che accadrà realmente, nel mentre. La data di partenza invece è ancora fissata al 23 febbraio, il giorno prima del voto. Io non voterò, e non ho voglia di protesta, di scioperi della fame, di rivoluzioni, che il popolo non ha nessuna intenzione di fare, per ora. La mia scelta è solo più divertente, ma non più comoda di altre».Quello che ha deciso di intraprendere è "un viaggio di curiosità, di sacrificio, fatto di incontri, nuove conoscenze e scambi di stimoli, per provocare la mia e la vostra creatività. Le prime due soste le farò a Napoli e poi Roma, dove proverò a indicare, insieme alla data e l'ora, un luogo di incontro (un posto, un locale, un club). In questi giorni terrò a mente come l'Unità d'Italia ha diviso ancor di più il nostro paese, con la morte e la deportazione di tanta gente». Proseguirà poi verso Perugia: «Non porterò con me nessuna speranza, solo volontà di andare avanti, quello di cui tutti hanno bisogno: la speranza di un lieto fine è solo consolazione di giorni consumati ad aspettare che qualcuno salvi qualcosa. C'è più lietezza nei passi pesanti portati avanti con le proprie volontà. Poi Firenze, Bologna e Genova: «Ho ideato questo cammino, che sia povero, come la paura di povertà che ha invaso un popolo come il nostro, che non è ancora consapevole di ciò che sta accadendo. Non avrò con me nulla che sia mio se non la mia barba. Un cammino fatto non di elemosine ma di baratto e di condivisioni».