Economia

Il via libera di Spirito per il dragaggio del porto

La ricetta per Salerno del presidente dell’Autorità di sistema Mar Tirreno: «Necessaria l’armonizzazione delle concessioni con lo scalo napoletano»

SALERNO. «I porti di Napoli e Salerno devono mantenere le funzioni di porti regionali multipurpose: Napoli esprime una forte identità legata al traffico passeggeri per le isole e al traffico crocieristico. Per Salerno si tratta di attuare il piano dragaggi all’imboccatura del porto per l’ingresso e l’attracco di navi di maggiori dimensioni, sia nel segmento del traffico crocieristico e sia in quello commerciale».

Sono queste alcune delle principali linee guida di Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di sistema del Mar Tirreno centrale. Il manager fornisce la sua “ricetta”, per valorizzare le differenze esistenti tra i tre scali (nel sistema c’è anche Castellammare di Stabia) in un’ottica di graduale integrazione, in un’intervista rilasciata alla newsletter “Porti Campani in Rete”. Spirito, tuttavia, oltre ai progetti futuri guarda anche al presente e affronta il problema delle concessioni, che rappresenta una delle principali differenze tra Salerno e Napoli.

Nello scalo cittadino, infatti, i permessi sono quadriennali, in quello partenopeo pluriennali. «Il primo punto sul quale occorre lavorare – evidenzia il presidente dell’Authority - consiste nell’ armonizzazione delle strutture giuridiche delle concessioni, tenendo conto di quanto sarà previsto dall’Autorità di regolazione dei trasporti, sui criteri di accesso alle infrastrutture portuali. Altro aspetto riguarda le concessioni in essere con l’esame dei piani d’impresa. Bisogna evitare che vi siano sottoutilizzazioni rispetto alle capacità delle infrastrutture. Abbiamo, per questo, avviato da gennaio un confronto con tutti gli operatori del porto di Napoli, che contiamo di concludere per il mese di aprile. Successivamente assumeremo le decisioni che si renderanno necessarie». Al centro dell’attenzione ci sono anche le aree retroportuali, che per Salerno rappresentano l’unica possibilità di espansione territoriale del porto. «Salerno – rimarca Spirito - non dispone di un collegamento alla rete ferroviaria e non ha alle spalle un retroporto. Fino ad oggi ha prevalso una logica individuale e di mercato. Con il Comune di Salerno va avviato un confronto per individuare un’area retroportuale che possa fungere da spazio di stoccaggio e movimentazione della merce proveniente dallo scalo».

E sotto stretta osservazione è pure la procedura già in corso per l’istituzione della zona economica speciale. «Stiamo lavorando con la Regione Campania e con il Governo – sottolinea Spirito – per costituire la Zes (zone economiche speciali) intorno ai tre porti dell’Autorità. Lo scopo è spingere, attraverso incentivi economici e fiscali, le imprese a investire nelle aree Zes. In questo modo favoriremmo, com’era decenni fa prima delle deindustrializzazione, nelle zone limitrofe ai porti, la nascita di funzioni e attività industriali, ovviamente in una logica contemporanea, con i requisiti richiesti dalla competitività globale del settore manifatturiero». «Sarebbe un passaggio importante per il nostro sistema portuale – conclude – e per il Mezzogiorno. Sarebbe anche una sfida, visto che saremmo i primi in Italia. Mentre nel mondo esistono 4mila e 500 Zes e in Polonia 14, in Italia neanche una».

Gaetano de Stefano

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