L'appello

Il vescovo di Nocera: «No a processioni show, bisogna recuperare il valore della Pasqua»

Lettera di monsignor Giudice ai fedeli in occasione del triduo «È necessario un ritorno alla semplicità e sobrietà dei riti»

NOCERA. «Non eccedere in rappresentazioni esteriori»: monsignor Giuseppe Giudice raccomanda questo alla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, a partire dai parroci, in occasione della settimana santa. Il vescovo ha inviato una lettera all’intera comunità diocesana per richiamare alla semplicità, sobrietà e solennità.

«Faccio appello a quella norma non scritta, il buon senso che può aiutare tutti e ciascuno a ritornare alla semplicità, solennità e sobrietà dei riti della nostra fede, dei quali non siamo i padroni, ben sapendo che ci sono stati consegnati dalla chiesa per servire nella fede il nostro popolo». Non è una bocciatura, ma una richiesta di attenzione. «Dopo aver osservato, in questi anni, le belle e varie tradizioni presenti nella nostra diocesi – ha aggiunto il vescovo –, ritengo opportuno ricordare a tutti l’unicità di quei giorni di intensa preghiera per tutto il popolo di Dio». Monsignor Giudice non fa riferimenti espliciti, ma lascia ben intendere la sua impressione rispetto a rappresentazioni e processioni, anche secolari, che in certi casi appaiono, più che sacre, teatrali. Raccomandazioni rivolte innanzitutto ai preti: «I pastori di anime ricordino che il giovedì sera le chiese parrocchiali divengono luoghi di adorazione presso l’altare della reposizione; adorazione che continua il venerdì fino alla celebrazione pomeridiana dell’adorazione della croce. Per questo motivo, e per favorire l’incontro dei fedeli con il Signore, essi attendano al ministero della penitenza, in ottemperanza alle norme pasquali della confessione e della comunione sacramentale, evitando di partecipare a manifestazioni e processioni che si svolgono tradizionalmente al mattino del venerdì santo o sabato santo. In tal modo, ciascuno adempirà i propri doveri: i parroci esercitando il ministero sacerdotale e i fedeli laici rispettando le belle tradizioni locali».

Un discorso che parte dalla Domenica delle Palme: «Anche nei giorni che introducono la Settimana santa si presti attenzione a non eccedere in rappresentazioni esteriori, che lascino intendere i sacri riti come una mera raffigurazione e non come momenti unici dell’intero anno liturgico». Una presa d’atto che monsignor Giudice avrà fatto per evitare degenerazioni «Mi sembra opportuno richiamare i nostri doveri, in un tempo in cui vanno di moda solo i diritti e, ribadendo tutto ciò che abbiamo consegnato nelle Norme liturgiche. C’è un popolo che chiede acqua potabile posta in recipienti non screpolati».

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