solidarietÀ

Il vescovo chiede di “adottare” un povero

“Adotta un povero”: lo propone il Vescovo Giuseppe Giudice, perché la quaresima appena iniziata non sia “evanescente”. Il pastore della chiesa nocerino-sarnese lo aveva scritto nel suo messaggio di...

“Adotta un povero”: lo propone il Vescovo Giuseppe Giudice, perché la quaresima appena iniziata non sia “evanescente”.

Il pastore della chiesa nocerino-sarnese lo aveva scritto nel suo messaggio di quaresima, utilizzando la metafora del “bicchiere d’acqua” quale segno di accoglienza.

«Un bicchiere d’acqua - ha scritto - è niente ed è tutto; è piccola e grande cosa; è gesto ma soprattutto stile. Un bicchiere d’acqua è un sorso di speranza, di gioia, di vangelo, di amicizia, di accoglienza, di incontro, di stupore. Un bicchiere d’acqua è una carezza, una mano che stringe l’altra, uno sguardo complice, una telefonata, un messaggio, una visita ad un ammalato, un dire: ci sono io, ci sono sempre, coraggio, non temere».

Durante la celebrazione diocesana del rito delle Ceneri tenutasi nella basilica di Sant'Alfonso a Pagani, lo ha esplicitato in maniera ancora più chiara.

«Prendere in affidamento un povero, una famiglia, un giovane solo, non a distanza, standogli vicino», ma anche digiunare: «Il digiuno - ha affermato monsignor Giudice - dà sobrietà alla vita». Durante l’omelia il vescovo ha fatto riferimento anche all’incoerenza che talvolta caratterizza il percorso dei cristiani: «Come mai - si è chiesto - le nostre non sono strade dell’Alleluia? Perché - ha risposto - c’è una frattura tra le celebrazioni e la vita».

Riferendosi, poi, alla cenere, segno della “nostra fragilità”, che è stata cosparsa sul capo di quanti hanno partecipato al rito del Mercoledì ha detto: «Noi siamo polvere di stelle perché Dio è entrato nella nostra povertà». Un tempo di grazia, dunque. Quaranta giorni che non devono essere di mestizia. Tutt’altro. «La Quaresima - ha detto - è un tempo bellissimo, non di tristezza. È il tempo del profumo di Dio, della santità. Metti la bellezza sul tuo volto - ha esortato il Vescovo - perché la Quaresima conduce al mattino di Pasqua».

Così facendo, auspica monsignor Giudice nel Messaggio diffuso per la Quaresima: «Le nostre famiglie e le parrocchie ridiventeranno case dell’acqua, dove ognuno può andare ad attingere a tutte le ore, ben sapendo che la sorgente continuerà a dare acqua, anche quando nessuno le dice grazie. Andare alla fonte sapendo di poter attingere gratuitamente, sempre, senza vergogna, portando con sé non recipienti screpolati che perdono acqua, ma le nostre mani non solo come conche, ma soprattutto come canali».

Salvatore D’Angelo

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