Il Vaticano vuole interrogare Scarano Sì all’udienza papale

La Santa Sede ha chiesto una rogatoria alle autorità italiane Sulla scarcerazione di don Nunzio si attende il parere del gip

Papa Francesco continua a stupire. O forse si limita semplicemente a mettere in pratica ciò che insegna il Vangelo. E, pur avendo pubblicamente e fortemente criticato l’operato di monsignor Nunzio Scarano - affermando, in un intervista rilasciata sull’aereo che lo riportava in Italia dal Brasile, che personaggi come don Nunzio «non fanno bene alla Chiesa» - ha deciso di accogliere la richiesta del prelato salernitano che, nella lettera inviata al pontefice lo scorso 20 luglio, chiedeva a di essere ascoltato proprio dal santo padre. Silverio Sica, uno degli avvocati di monsignor Scarano, ieri ha, infatti, fatto sapere che il Vaticano ha accettato la richiesta di udienza avanzata dal prelato rinchiuso nel carcere romano di Regina Caeli dal 28 giugno scorso, arrestato con le accuse di concorso in corruzione e calunnia nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su un tentativo, naufragato, di riportare in Italia, dalla Svizzera, 20 milioni di euro riconducibili agli armatori salernitani D’Amico. Benchè considerato dai giudici del Riesame, un soggetto «pericoloso e inaffidabile», con «una personalità particolarmente inquietante, caratterizzata da spiccate attitudini criminali» che ha agito «da delinquente consumato», l’ex contabile dell’Apsa (l’Amministrazione dei beni vaticani) potrebbe ottenere quanto fortemente agognato: parlare con il papa, raccontandogli - così come in parte ha fatto nella lunga lettera inviatagli - la sua “versione dei fatti”, i suoi dieci anni spesi al servizio dell’Apsa e le tante illeicità viste al suo interno.

Pare infatti che il Vaticano abbia chiesto una rogatoria all’Autorità italiana per poter interrogare il prelato salernitano. E nei prossimi giorni si attende la risposta.

Il monsignore, però, almeno per ora rimane in carcere: il giudice delle indagini preliminari, a cui i difensori di don Nunzio avevano avanzato nei giorni scorsi - dopo la libertà negata dal Tribunale del Riesame - l’ennesima richiesta di scarcerazione per il loro assistito «per motivi di salute», non si è ancora espresso a riguardo. L’istanze degli avvocati Silverio Sica e Francesco Caroleo Grimaldi è stata suffragata da una perizia medica in cui si evidenziano le patologie dell’arrestato, che secondo i sanitari sarebbe soggetto, tra l’altro, al rischio di un embolo. La risposta del gip non è, però, ancora pervenuta.

Ricordiamo che il ritratto che i giudici del Riesame di Roma hanno fatto di monsignor Nunzio Scarano non è dei più edificanti: per loro, infatti, è stata considerata impensabile una misura cautelare diversa dal carcere per via della «condotta spregiudicata» del sacerdote salernitano e dei suoi complici: il broker finanziario Giovanni Carenzio e l’ex agente segreto Giovanni Zito. «Sono capaci di gestire uomini, istituzioni e cose asservendoli a finalità illecite e al proprio tornaconto personale», così si poteva leggere nell’ultimo provvedimento.

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