Il traffico al porto di mezzi militari «I servizi chiariscano»

Tofalo, parlamentare grillino del Copasir, chiede spiegazioni Iannuzzi del Pd: «Vicenda inquitetante e preoccupante»

Il sequestro di due mezzi militari italiani diretti in Somalia al porto di Salerno la scorsa estate diventa un caso politico. La rivelazione dell’operazione dell’ufficio Dogane dello scalo cittadino – fatta nel corso di un’audizione a Napoli dal direttore del compartimento interregionale per la Campania e la Campania al deputato del Pd Alessandro Bratti, presidente della commissione bicamerale sulle Ecomafie – ha suscitato interesse e preoccupazione da parte dei parlamentari salernitani. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Angelo Tofalo, componente della commissione Difesa e membro del Copasir, ha annunciato che chiederà immediatamente ulteriori spiegazioni ai Servizi segreti «per verificare se si era al corrente di queste operazioni che – ha sottolineato – appaiono ad oggi poco chiare». Il parlamentare pentastellato ha però precisato che al momento «non c’è nulla di confermato» dicendosi comunque preoccupato. Ed è preoccupata anche Isabella Adinolfi, europarlamentare grillina che ha commentato la notizia attraverso la sua pagina social, manifestando sconcerto nei confronti dell’accaduto, senza però esprimere giudizi. «Si legge spesso di notizie simili – ha scritto – ma fa davvero uno strano effetto quando il porto in questione è quello della tua città». Di «vicenda inquietante e preoccupante che suscita allarme» ha parlato invece il deputato del Pd e vice presidente della commissione Ambiente alla Camera, Tino Iannuzzi che, tra l’altro, parteciperà proprio domattina ad un dibattito sul decreto legge sugli Ecoreati, organizzato nell’ambito della festa de L’Unità a Pontecagnano Faiano, al quale prenderà parte anche Bratti. «Adesso – ha affermato Iannuzzi – bisogna capire bene quali erano le reali destinazioni di questi mezzi militari. Per questo serviranno indagini rapide da parte della magistratura inquirente che dovrà chiarire le eventuali responsabilità. A livello parlamentare seguiremo la questione insieme alla commissione bicamerale che – ha auspicato – deve continuare a svolgere le proprie indagini sulle ditte che operano nello scalo di Salerno». Intanto prosegue l’attività di indagine da parte della Procura di Salerno che, stando a quanto riferito da Bratti, si sta avvalendo della collaborazione della Direzione distrettuale antimafia nella prosecuzione dell’attività investigativa. Un lavoro che va avanti da mesi, da quando l’attenzione delle forze dell’ordine si era concentrata su alcuni traffici sospetti verso la Libia di pezzi di motore e di altro materiale ferroso e che con il sequestro di questa estate aveva confermato l’intuizione investigativa, svelando possibili collegamenti con le milizie di Al Shaabaab, una tra le più sanguinarie organizzazione che imperversano in diversi stati africani, tra cui la Somalia dove sembravano essere diretti i due mezzi bloccati alla dogana. Ed ora anche la commissione Antimafia è pronta ad accendere i riflettori su questa storia che ha già assunto i caratteri di vero e proprio giallo internazionale.

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