Il tesoretto dei canoni non riscossi
L’amministrazione conta di ricavare per il 2017 oltre 700mila euro da Cosap e Icp
Un tesoretto da 725mila euro. È ciò che Palazzo di Città conta di guadagnare nel 2017 dalla riscossione dei canoni per l’occupazione del suolo e dalla tassa sulla pubblicità. Duecentomila euro in più rispetto a quanto accertato per il 2016.
La comunicazione arriva dall’ufficio preposto al cosap, appunto il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, e all’icp, che è invece l’imposta comunale per la pubblicità: i funzionari lo hanno fatto sapere ai dirigenti dell’area finanziaria e di quella tributaria, che sono Giuseppe Ragone e Giuliano Caso, e all’assessora al bilancio, Maria Catarozzo.
Sono 468mila euro i quattrini che Palazzo di Città dovrà incassare dal pagamento del canone, mentre dall’imposta l’Ente battipagliese potrà incamerare oltre 257mila euro. Nel rendiconto approvato a giugno in Consiglio comunale, venne fuori che per il 2016 l’incasso accertato ammontava a poco più di 524mila euro. Una somma superiore rispetto allo scorso anno in virtù della delibera di giunta che gli assessori guidati dalla sindaca Cecilia Francese approvarono a dicembre dello scorso anno, definendo le nuove tariffe per il cosap.
Sull’occupazione di suolo pubblico e, in particolare, sulle affissioni e sulla pubblicità, a Battipaglia s’è registrata spesso un’alta percentuale d’evasione fiscale. Da qualche mese a questa parte, la Catarozzo e l’assessora al commercio, Francesca Napoli, si sono messe al lavoro proprio con lo scopo di regolamentare la cartellonistica e i tabelloni pubblicitari e nel tentativo di debellare in questo modo l’insolvenza. «La Novares inizierà a lavorare alla riscossione coattiva e al censimento degli impianti pubblicitari, per eliminare la cartellonistica incontrollata», disse un mese fa la Catarozzo, riferendosi all’apertura degli uffici della società privata che s’è visto affidato dai commissari il compito di riscuotere i tributi comunali che nel tempo non sono stati pagati al Comune.(c. l.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La comunicazione arriva dall’ufficio preposto al cosap, appunto il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche, e all’icp, che è invece l’imposta comunale per la pubblicità: i funzionari lo hanno fatto sapere ai dirigenti dell’area finanziaria e di quella tributaria, che sono Giuseppe Ragone e Giuliano Caso, e all’assessora al bilancio, Maria Catarozzo.
Sono 468mila euro i quattrini che Palazzo di Città dovrà incassare dal pagamento del canone, mentre dall’imposta l’Ente battipagliese potrà incamerare oltre 257mila euro. Nel rendiconto approvato a giugno in Consiglio comunale, venne fuori che per il 2016 l’incasso accertato ammontava a poco più di 524mila euro. Una somma superiore rispetto allo scorso anno in virtù della delibera di giunta che gli assessori guidati dalla sindaca Cecilia Francese approvarono a dicembre dello scorso anno, definendo le nuove tariffe per il cosap.
Sull’occupazione di suolo pubblico e, in particolare, sulle affissioni e sulla pubblicità, a Battipaglia s’è registrata spesso un’alta percentuale d’evasione fiscale. Da qualche mese a questa parte, la Catarozzo e l’assessora al commercio, Francesca Napoli, si sono messe al lavoro proprio con lo scopo di regolamentare la cartellonistica e i tabelloni pubblicitari e nel tentativo di debellare in questo modo l’insolvenza. «La Novares inizierà a lavorare alla riscossione coattiva e al censimento degli impianti pubblicitari, per eliminare la cartellonistica incontrollata», disse un mese fa la Catarozzo, riferendosi all’apertura degli uffici della società privata che s’è visto affidato dai commissari il compito di riscuotere i tributi comunali che nel tempo non sono stati pagati al Comune.(c. l.)
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