Il Tar “riapre” i mercatini

I responsabili di Buongiorno Italia: «Aspettiamo dal Comune i dati sulla Tosap»

Via libera ai mercatini di Natale di Buongiorno Italia. I giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno infatti annullato la determina dirigenziale con la quale il Comune aveva intimato agli operatori di chiudere i propri stand, dopo aver revocato l’aggiudica del bando di gara per alcune inadempienze precontrattuali. Nella sospensiva, il presidente Francesco Riccio sottolinea la «situazione di eccezionale gravità ed urgenza anche in relazione al contesto delle festività natalizie e di fine anno in cui si colloca l’iniziativa». Ma il provvedimento è vincolato «all’effettiva presentazione agli organi comunali competenti» da parte di Buongiorno Italia, «di un’apposita fideiussione bancaria dell’importo pari alla Tosap non versata, e comunque dovuta», entro due giorni dalla notifica del decreto.

E proprio il mancato pagamento della tassa per l’occupazione del suolo pubblico era una delle contestazioni mosse agli organizzatori del mercatino, insieme all’assenza dell’elenco degli operatori a cui richiedere la Scia sanitaria e delle casette nella zona del lungomare Marconi, che invece erano previste nel progetto vincitore del bando. Contestazioni che gli esponenti del brand torinese hanno smontato, punto per punto, nel corso di una conferenza stampa tenuta nel pomeriggio di ieri. Nessuna polemica contro l’amministrazione comunale, precisa Francesco Ferrara, garantendo la partecipazione di Buongiorno Italia anche al bando dell’anno prossimo e smentendo ogni volontà di adire le vie legali per un danno d’immagine «che pure abbiamo subìto».

Ma voglia di fare chiarezza sì, puntualizzando che la determina propedeutica all’allestimento degli stand «ci è arrivata solo pochi giorni prima del montaggio, costringendo i nostri operai a lavorare 24 ore su 24, quindi a un impegno economico maggiore e provocando anche disagi alla città – spiega Domenico Napoli – perchè abbiamo dovuto transennare alcune aree». Il motivo è presto detto: il Comune era in attesa del certificato antimafia, «ma noi siamo iscritti all’Anac», puntualizza Ferrara «e partecipiamo a bandi in tutta Italia senza mai avere nessun problema», incalza Mauro Glorioso. Poi, la ricostruzione delle tappe: «Tra il 16 e il 17 dicembre abbiamo fornito via Pec tutte le Scia, così come prevede il procedimento; il 16, via mail, abbiamo inviato al Comune le planimetrie degli stand per consentire il calcolo della Tosap secondo i coefficienti delle diverse zone».

Ma a oggi, sostengono i rappresentanti di Buongiorno Italia, quei dati non sono mai arrivati: «Non siamo insolventi, semplicemente non ci hanno fornito le informazioni richieste e non sappiamo quanto dobbiamo versare». Si arriva al 20 dicembre, quando, via Pec, l’amministrazione contesta il mancato versamento delle tasse e il deposito delle Scia, «che invece era stato già effettuato presso l’Asl», ricorda Michele Fiore. Fino allo scontro finale: mentre il 27 dicembre Mimmo Napoli si reca di persona in Comune per chiedere l’ammontare della cifra da liquidare per la Tosap e, contestualmente riaprono gli uffici di Torino che erano stati chiusi per ferie, arriva il provvedimento di revoca dell’aggiudica del bando. A poche ore di distanza da un sopralluogo degli uomini della Guardia di Finanza e della Dia, teso al sequestro della documentazione relativa all’organizzazione degli eventi natalizi. «Questo proprio mentre stavo rispondendo alla lettera di sollecito del Comune, chiarendo che le Scia erano state depositate e che per la Tosap attendevamo loro indicazioni», ribadisce Ferrara.

Quanto all’allestimento degli stand sul lungomare Marconi, gli organizzatori precisano che sono tre quelli presenti. Pochi? «Non c’è stato il tempo materiale di commercializzare l’area, essendo la determina comunale arrivata con grande ritardo». E tre sono le postazioni situate davanti gli stand che dovranno ospitare il mercato etnico: non si tratta di casette di legno, ma di gazebo, che dovrebbero accogliere venditori ambulanti, dunque saltuari. Di natalizio c’è poco, anche perchè l’area non è commercialmente appetibile e probabilmente sono mancate anche le richieste per l’occupazione. A risolvere la querelle, per ora, ci ha pensato il Tar: ma in attesa delle motivazioni di merito sul ricorso presentato dall’avvocato Lorenzo Lentini, potrebbero esserci anche sviluppi nell’inchiesta della Dia: «Noi siamo a disposizione della magistratura – dice Ferrara - Abbiamo fiducia nella giustizia e se ci dovessero chiamare, siamo pronti a ricostruire, documenti alla mano, quanto accaduto». Tra i nodi ancora da sciogliere, l’assenza del contratto: «In mano abbiamo solo una determina. Il Comune, che è l’ente appaltante, non ci ha ancora convocati per firmarlo», ricorda Ferrara.

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