Il Tar boccia il progetto degli stimmatini

No al ricorso contro lo stop al complesso edilizio alle spalle dell’area Spes con alloggi, uffici e un centro benessere

Nessuna colata di cemento nei terreni dei preti. I giudici del Tar hanno deciso che la Battipaglia in miniatura alle spalle dell’area Spes non s’ha da fare. È andata male ai religiosi, che si sono visti respingere dalla sezione salernitana del tribunale il ricorso contro l’atto d’annullamento comunale. Il Tar s’è opposto alla realizzazione, nell’area degli stimmatini, d’un mastodontico progetto d’edilizia nell’area tra via Monterisi, via dei Tuscianensi, viale della Libertà e Provinciale 29: ben 90 alloggi residenziali, 72 uffici, 24 locali commerciali, un bar, un ristorante, 243 box interrati, 27 cantinole, 4 locali tecnici e poi degli spogliatoi, un oratorio con impianti sportivi, perfino un centro benessere.

Insomma, nella Battipaglia a crescita zero, con migliaia d’appartamenti vuoti, l’ex parroco di Santa Maria della Speranza, don Ezio Miceli, avrebbe voluto realizzare una vera e propria cittadella. Il prete-imprenditore ha caldeggiato fortemente il progetto firmato da Bruno Di Cunzolo, che avrebbe potuto fruttare una fortuna alla congregazione religiosa senza alcuna lottizzazione: soltanto un permesso a costruire.

Don Ezio aveva protocollato la richiesta di permesso a costruire il 26 aprile 2013. I dipendenti dell’ufficio tecnico comunale non risposero, e così, dopo i 60 giorni previsti all’epoca, scattò il silenzio assenso. Poi, il 21 novembre dello stesso anno, i rappresentanti legali della Congregazione comunicarono l’inizio dei lavori. Nel frattempo, però, a Palazzo di Città era arrivato il commissario prefettizio Mario Rosario Ruffo, che il 25 di novembre annullò in autotutela il permesso a costruire.

E così gli stimmatini, tutelati dall’avvocato Lodovico Visone, presentarono ricorso al Tar. Ad opporsi, il dirigente dell’avvocatura comunale Giuseppe Lullo, il circolo “Vento in Faccia” di Legambiente e il legale Ferdinando Belmonte.

I giudici, che, tra l’altro, hanno dichiarato inammissibili gli interventi ad opponendum degli ambientalisti e di Belmonte, hanno respinto il ricorso dei preti, ritenendo legittimo l’annullamento comunale, visto che l’area, stando al vecchio Piano regolatore generale sarebbe destinata a strade, parcheggi comunali e verde pubblico, a carico comunque del Comune di Battipaglia. Da qui la sentenza, emanata sulla scorta della relazione presentata dal geometra verificatore che è stato nominato dal tribunale, Giuseppe Salito.

Ora gli stimmatini potrebbero appellarsi al Consiglio di Stato, ma chissà cosa ne penserebbe papa Francesco, che appena un anno fa chiedeva ai vescovi di rinunciare alle proprietà e di tenere per sé soltanto l’essenziale.

Carmine Landi

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