Il sogno di Paolo, riabbracciare la figlioletta

Esposito è appena diventato papà: «Faccio di tutto per aiutare i bambini, mi ricordano la mia Vittoria»

EL MANSOURI. I soldati italiani impegnati nella delicata missione di pace in Libano sono esempio di grande umanità per la popolazione locale. «Ci vogliono un gran bene – ha più volte ribadito il generale Stefano Del Col, comandante del contingente italiano in Libano – Questa è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e che la missione va nella giusta direzione».

Merito naturalmente delle donne e degli uomini dell’Esercito Italiano che con coraggio e grandi sacrifici costruiscono quotidianamente la pace in un territorio particolarmente pericoloso. «Facciamo del nostro meglio», spiega il caporal maggiore scelto Paolo Esposito, di Salerno, mentre carica sul Lince decine di pacchi di viveri da regalare ad alcune famiglie disagiate. Paolo è dovuto partire per il Libano poche settimane dopo la nascita di Vittoria, la sua prima bambina. «Non è la prima volta che trascorro le festività natalizie lontano da casa ma, purtroppo, non si ci abitua mai. Non vedo l’ora di tornare a Salerno ed abbracciare la mia famiglia ma soprattutto la mia bambina».

Paolo, che ha memorizzato la foto di Vittoria sullo schermo del suo cellulare, non riesce a fare a meno di aiutare i bambini libanesi anche quando esce di pattuglia. «Penso a mia figlia e mi viene voglia ancor di più di dare una mano a questa gente – racconta con un pizzico di emozione – Con noi sono davvero molto gentili ed accoglienti».

Come Paolo tanti altri militari non vedono l’ora di riabbracciare i propri cari. «Siamo fatti in carne ed ossa – tuona una soldatessa dalla ralla di un Lince – e viviamo anche noi di emozioni. Emozioni che fanno di noi soldati non macchine per combattere ma uomini e donne pronti ad aiutare gli altri». ©RIPRODUZIONE RISERVATA