LA MAXI-OPERZIONE

Il “sistema” di via Irno: un’azienda della droga

Il planning dei “guagliuni”: telefoni per ogni sostanza e sconti

SALERNO - Numeri di telefono dedicati solo ed esclusivamente ad un tipo di sostanza stupefacente: l’assuntore che chiamava “erroneamente” al recapito sbagliato, veniva dirottato verso l’utenza giusta. È il modus operandi della “azienda dello spaccio” messa su dai “guagliuni di via Irno”, il gruppo smantellato martedì in un blitz dei carabinieri della Compagnia di Salerno che, su delega della Dda, ha portato all’arresto di 23 persone (13 in carcere e 10 ai domiciliari). La gang, dunque, aveva messo su un vero e proprio “sistema” organizzato in ogni suo dettaglio. Dalle intercettazioni telefoniche emerge, ad esempio, che un consumatore di droga chiama uno dei numeri di telefono della associazione capeggiata da Aniello (detto Ciro) Pietrofesa per chiedere «due lenti e un veloce», intendendo nel primo caso dosi di eroina e nel secondo la cocaina. A rispondergli è proprio “il capo dei capi”: «Ma per questi qua, devi chiamare su quell’altro... Io ho solo il cotto (il crack, ndr )… questo è il numero del cotto». E l’assuntore risponde: «Adesso chiamo dall'altra parte». È una delle tante dimostrazioni dell’organizzazione del call center della droga dei “guagliuni di via Irno”. Sembrava proprio un’azienda.

Le promozioni. Il gruppo inviava anche dei veri e propri messaggi promozionali tramite sms del tipo «Siamo i ragazzi di via Irno... siamo di nuovo operativi...». Spesso, poi, seguivano anche promozioni sul tipo di droga proposta. Molti di questi stupefacenti venivano venduti con un prezzo diverso a seconda della quantità acquistata come spesso accade per qualsiasi merce al quale viene praticato uno sconto per quantitativo. Sconti anche del 30% in caso di acquisti sostanziosi, tant’è che uno degli investigatori ha parlato perfino di «un 3x2 della droga ».

Gli allert. Racconta uno degli assuntori ai carabinieri del maggiore Adriano Fabio Castellari: «Di tanto in tanto ricevevo degli squilli sulla mia utenza telefonica o mi venivano inviare i messaggi per farmi capire che erano disponibili ad eseguire le consegne di droga o per sollecitare l’acquisto». In pratica gli squilli comunicavano che la droga era arrivata alla gang e se c’era qualche consumatore che faceva meno acquisti di stupefacenti, lo squillo serviva per sollecitarli a comprarli. Un altro tossicodipendente era solito farsi portare la droga fino a Lancusi, frazione di Fisciano, anche se a volte - essendo le richieste di recapito numerose - il gruppo degli spacciatori salernitani non poteva effettuare le consegne a domicilio, dando appuntamento ai clienti alle spalle dello stadio Vestuti, nel cuore di Salerno. Un tossicodipendente assuntore di crack dichiara ai carabinieri: «Solitamente mi vengono effettuati degli squilli sulla mia utenza che segnalano la disponibilità dello stupefacente o per invitarmi all’acquisto della droga, però ricordo che in quel periodo io ero più attivo di loro e li contattavo molto di frequente».

I centralisti. Avevano un gran da fare nel ricevere le dosi, confezionarle, consegnarle ai pusher e farli recapitare al consumatore. Una vera e propria squadra dedicata a queste incombenze per gestire almeno cento richieste al giorno da parte degli assuntori- clienti. Le consegne erano organizzate sempre con piccole quantità di stupefacenti in modo tale da potersene facilmente disfare in caso di problemi ed evitare di perdere grosse partite in caso di controllo delle forze dell'ordine. I centralisti utilizzavano i telefoni cellulari intestati perlopiù a cittadini stranieri e, in tre casi, l’utenza è risultata intestata ad un italiano, risultato residente a Baronissi. L’esame dei tabulati di queste utenze telefoniche potrà assicurare importanti sviluppi investigativi sia per trovare i riscontri da altri acquirenti delle sostanze stupefacenti sia per i contatti con fornitori e pusher indipendenti.

Salvatore De Napoli