«Il sindaco va arrestato» I setti punti dell’appello

Secondo il pm diede l’appalto alla Soget in cambio dell’assunzione del figlio La richiesta di Lenza per Mauri è stata però rigettata dal giudice nocerino

ANGRI. Sette punti chiave nell’appello presentato dalla procura spiegano al tribunale del riesame di Salerno la necessità di sottoporre a misura cautelare il sindaco di Angri Pasquale Mauri e la responsabile legale della Soget s.p.a Maria Piccoli, indagati per corruzione in concorso.

L’affido diretto del servizio riscossione Ici e Tarsu conferito alla società per conto del comune dal primo cittadino, secondo la procura è avvenuto in cambio dell’assunzione a tempo indeterminato presso la stessa società del figlio del primo cittadino, Roberto Mauri. Il primo punto è la differenza tra quanto previsto da delibere e determine al riguardo, che individuavano la creazione di una banca dati da parte della Soget, rispetto all’effettivo conferimento del servizio di riscossione. Il secondo punto dell’appello individua in duecentomila euro il servizio di tributi sulla pubblicità, in precedenza svolto dalla Soget per conto del comune, rispetto ai cinquecentomila della riscossione, cifra enorme per un affido diretto con necessità del mai avvenuto avviso pubblico. Il terzo punto individua nel primo contratto con la Soget eventuali altri servizi da gestire per periodi di tempo limitati, a fronte del contratto a tre anni stipulato per riscossione Ici e Tarsu.

Il quarto punto demolisce il ricorso a una legge della finanziaria 2002, limitata evidentemente a quella situazione storica e temporanea, che prevedeva di rivolgersi a titolari di contratti in corso, come nel caso della pubblicità, anche per riscossione Ici e Tarsu, ricordando che il contratto di riscossione tasse per la pubblicità era stato stipulato solo nel 2009. Il quinto punto individua la differenza di aggio, cioè percentuale di guadagno per la Soget, pari al 23,80 con eventuale esito di gara e 25,00 senza, concretizzando un vantaggio che fa ritenere ulteriormente illogicala scelta della gara.

Il sesto ricorda che la Soget ha avuto locali e servizi dedicati per svolgere il servizio, con ulteriore spesa per la collettività, piuttosto che provvedere come previsto dalla legge a spese ritenute a carico della ditta. Infine, settimo e ultimo punto, la procura ritiene problematico far effettuare il servizio riscossione da una società scelta su affido diretto, creando un vizio eccepibile al momento della riscossione.

La vicenda, appunto, nasce dalla perplessità del cittadino Antonio D’Ambrosio, di fronte all’atto di accertamento del mancato pagamento Ici 2006, pervenuta dalla Soget il ventotto ottobre 2011. «Pur di fronte a tali anomalie i prevenuti -scrive l’ufficio del pm - nella stipula della convenzione tra l’ente e il privato concessionario e l’assunzione alle dipendenze di quest’ultimo del figlio del sindaco appare il prezzo della sottomissione dell’interesse pubblico a quello di parte». Dove il gip ravvisa buona fede nel sindaco Mauri e assenza di prova di contatti materiali con la responsabile Soget, il pm Lenza, titolare del fascicolo, individua affido del servizio contestuale all’assunzione del figlio, senza selezione, e dimissioni immediate dello stesso al primo emergere di polemiche. La procura ha impugnato la richiesta dei domiciliari, rigettata dal gip Scermino, al Riesame.

Alfonso T. Guerritore

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