Il sindaco toglie i telefoni cellulari ad amministratori e funzionari

Angri: l’utilizzo spesso indiscriminato degli smartphone costa al municipio dodicimila euro l’anno Ci sono abbonamenti che il Comune ha continuato a pagare senza effettuare le disdette

ANGRI. Dismessi 32 apparecchi di telefonia mobile e i relativi abbonamenti ai gestori di rete per un risparmio che supera i 12 mila euro annui. Con una delibera di giunta è stata disposta la cessazione del servizio di telefonia mobile a tutti gli amministratori e funzionari del comune. Quindi gli amministratori e funzionari quando non saranno fisicamente presenti all’interno dell’ente (dove, nell’esercizio delle proprie funzioni, potranno utilizzare il telefono fisso) dovranno utilizzare i cellulari personali, pagandoli di tasca propria.

Sotto la lente di ingrandimento tutte le spese dell’ente, e la decisione di tagliare quelle ritenute superflue e inutili dal nuovo governo cittadino. Come appunto quella relativa al traffico telefonico ed ai contratti di noleggio per gli apparecchi telefonici che secondo una stima sarebbero costati più di dodicimila euro all’anno all’ente di piazza Crocifisso. Il sindaco Ferraioli evidenzia che si tratta del frutto di una politica volta alla riduzione della spesa pubblica, finalizzata anche a diminuire le distanze tra governanti e governati attraverso l’abbattimento dei benefici di cui hanno goduto in passato gli ex amministratori e i funzionari dell’ente. Sul punto i annuncia che si tratta del primo ma non dell’unico passo verso il taglio delle spese che la sua amministrazione porrà in essere. «Abbiamo approvato con delibera di giunta –spiega il primo cittadino- l’eliminazione della dotazione dei telefoni cellulari ad amministratori e funzionari dell’ente. Si pensi che la spesa per i cellulari era di circa 12 mile euro all’anno. La ricognizione ha fatto risaltare particolari aspetti come il noleggio di telefoni di ultima generazione, tra i quali figurano modelli iPhone, Nokia e Samsung Galaxy S, il cui contratto di noleggio è stato stipulato nell’anno 2011 con la possibilità per l’ente di procedere al totale riscatto nell’anno 2013 e di abbattere i costi, riscatto che non è mai avvenuto da parte della precedente amministrazione che ha continuato a pagare canoni con denaro pubblico».

Ferraioli continua: «Abbiamo scoperto che l’ente paga circa mille euro al mese per una cabina elettrica che non usa. E abbiamo appena cominciato con la lotta agli sprechi ed alle spese inutili, per evitare che altri soldi vengano buttati dalla finestra. Vogliamo parlare, poi, del fatto che noi ospitiamo, in strutture indicate dal piano di zona, 9 bambini per 270 mila euro all’anno? È possibile che nessuno si è mai preoccupato di verificare se ci fosse la possibilità di utilizzare immobili comunali e farli accreditare per i bambini?».

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