LA CASTA

Il sindaco scrive ai consiglieri:"Basta con i privilegi"

Sotto accusa il parcheggio degli amministratori nelle zone pedonali e anche l'uso dei telefonini

Un invito a non sentirsi parte di una casta, a rifiutare i privilegi e a rispettare le regole. Il sindaco di Cava de' Tirreni Luigi Gravagnuolo ha bacchettato gli assessori e i consiglieri con una lettera protocollata il 9 febbraio scorso. In essa è contenuta un codice etico a cui attenersi, per portare avanti il programma di miglioramento dell’immagine pubblica del Comune. La richiesta del primo cittadino di adottare un comportamento esemplare, è rivolto agli assessori e al presidente del consiglio Lucio Panza, affinché quest’ultimo si faccia portavoce divulgando la notizia a tutti i consiglieri. «Nessuno si senta - scrive il sindaco - al di sopra delle norme e si comporti come un privilegiato».
Il monito è chiaro: il primo cittadino di Cava non ammette più abusi di potere da parte di chi dovrebbe, esclusivamente, garantire il buon funzionamento della macchina comunale e, invece, va ad occupare gli spazi antistante Palazzo di Città dove c’è la segnaletica di area pedonale, oppure consente l’entrata di conoscenti fuori dagli orari di ricevimento al pubblico. O cosa ancor più grave permette a persone esterne agli uffici, di utilizzare linee telefoniche ed internet per fatti personali, gravando sulle casse comunali. Tutti sono chiamati ad attenersi alle regole e a non fare della struttura comunale un luogo dove fare salotto, e delle aree di parcheggio o di qualsiasi spazio delle aree dove si ha diritto di sostare perché esponente politico. Il richiamo del sindaco al rispetto delle regole arriva dopo una lettera inviatagli dal comandante della polizia locale Filippo Meluso, che lamentava infrazioni da parte di autoveicoli in dotazione all’amministrazione comunale e di proprietà di alcuni consiglieri, a cui venivano spesso elevate contravvenzioni per la sosta nel tratto di piazza Abbro, adibita ad area pedonale. «Questo comando - scrive Meluso - è chiamato quotidianamente a vigilare su tali abusi, elevando numerosi verbali per sosta o circolazione vietata, con notevoli contraddittori, in particolare di dipendenti e organi politici».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’arroganza che alcune personalità politiche hanno mostrato nei confronti degli agenti all’atto di elevare le sanzioni. Un episodio increscioso si è verificato qualche giorno fa quando due ausiliari del traffico allertati da due motociclisti impossibilitati a lasciare in sosta le proprie moto lungo lo spazio destinato ai mezzi a due ruote, proprio alle spalle del Comune, in via Tommaso Cuomo, hanno multato le tre auto che occupavano l’area di sosta destinata alle moto. Niente di più normale se le auto fossero state di proprietà di comuni cittadini ma, poiché ad essere presi con le mani nel sacco sono stati tre esponenti comunali, il capo staff del sindaco, Carlo Panzella, il consigliere Udeur Emilio Maddalo, e l’assessore al Lavoro Antonio Armenante, allora è nato il caso, visto che alcuni di loro hanno fatto valere la loro carica.
Comportamento che ha fatto andare su tutte le furie gli agenti i quali hanno assolto comunque i propri doveri infischiandosene di chi fossero le auto in sosta vietata.
Annalaura Ferrara