il fatto

Il sindaco di Sala Consilina si incatena al carcere

La protesta del primo cittadino contro la chiusura della casa circondariale. «È stato un blitz burocratico, gli sprechi sono rimasti»

SALA CONSILINA. «Mi incateno con la speranza che questo gesto estremo faccia prendere in considerazione al ministro della giustizia l'idea di riaprire il nostro carcere. È possibile che per essere ascoltato dalle istituzioni un sindaco debba fare tutto ciò?». Francesco Cavallone, primo cittadino di Sala Consilina, spiega così la scelta di incatenarsi, con alcuni cittadini, all'ingresso della locale casa circondariale, chiusa lo scorso ottobre. Nella struttura, dopo il trasferimento di tutti i detenuti, ancora lavorano tre impiegati amministrativi e 14 agenti della polizia penitenziaria, con turni anche notturni.

Cavallone definisce la chiusura un «blitz burocratico» e chiede di essere ricevuto da Orlando. «Si giustifica la soppressione con la spending review, ma non è uno spreco spendere denaro pubblico per un carcere senza detenuti? Il Comune di Sala è disposto ad accollarsi i costi di adeguamento della struttura. Mi chiedo se sia giusto che per un interrogatorio di competenza del tribunale di Lagonegro un detenuto venga ascoltato a Salerno, a Potenza o a Vallo della Lucania quando fino a tre mesi fa il carcere di Sala serviva quel tribunale lagonegrese solo 40 chilometri».

Il carcere di Sala fu soppresso la prima volta con un decreto ministeriale nel maggio del 2004, ma nel marzo del 2005 lo stesso decreto fu revocato in quanto la città era anche sede di tribunale, presidio quest'ultimo soppresso da circa tre anni. Nel 2002, ricorda il sindaco, furono stanziati 30 milioni di euro per la realizzazione di una nuova casa circondariale a Sala: «Dove sono finiti quei fondi? Vogliamo chiarezza».  Sulla vicenda è intervenuto il coordinatore nazionale del Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Tiziana Guacci: «Chiediamo il trasferimento dei dipendenti della casa circondariale di Sala Consilina. Da tre mesi i competenti organi non provvedono all'assegnazione della mobilità nei confronti dei 14 agenti presso altre strutture».