Il “samurai” Cammarano e le sue splendide katane

Preziose spade giapponesi fanno bella mostra nel salotto di casa «Le ammiro per il loro aspetto spirituale. Uniscono bellezza e precisione»

SALERNO. «Dove un samurai muore, la sua anima continua a vivere in quella lama che verrà tramandata al suo parente più prossimo, affinché possa continuare a vivere attraverso di lei». Una citazione, questa, che incarna il valore e la spiritualità della collezione del giovane salernitano Gianluca Cammarano. Non semplici armi, ma lame che hanno dato vita ad una leggenda, quelle raccolte dal ventitreenne che conserva innumerevoli katane, «combinazione tra tecnica, bellezza e precisione, disegnate per tagliare qualsiasi oggetto».

Cammarano, “samurai mancato” come osservato dal suo maestro di arti marziali, da anni ha iniziato a collezionare lucenti lame che racchiudono una storia ed una cultura densa di significati. «Colleziono armi bianche da circa dieci anni - racconta - Il gusto del conservarle non è legato a nulla che abbia a che fare con la violenza: le ammiro per il loro aspetto estetico e spirituale, non per le ferite che potenzialmente potrebbero infliggere nel corso di un combattimento». Non amante della competizione e delle sfide, il salernitano ha scelto come esempio di vita, la figura del samurai che è “colui che serve”: «Il samurai ha una propria etica, un proprio codice, denominato Bushido, che segue con attenzione e devozione - spiega - C’è una cosa che lo contraddistingue da tanti altri guerrieri nella storia: la katana, pura essenza di ciò che egli rappresenta, per lui più importante dell’onore, o della sua stessa vita. Da qui la voglia di collezionare lame che apprezzo da un punto di vista artistico e culturale. In fondo - aggiunge sorridendo - mi sento un po’ samurai anch’io». Nonostante abbia praticato per circa 14 anni arti marziali, Cammarano non ha mai gareggiato per una scelta personale chiara e precisa: «Lasciai il Karate, iniziando l’Aikido proprio perché mi sono sempre rifiutato di gareggiare. Credo molto nell’utilità e nell’importanza della crescita individuale, nell’imparare sempre, ma non mi piacciono i sentimenti e le emozioni che nascono dalle sfide: preferisco un confronto nel mio piccolo, finalizzato ad un miglioramento intimo». Scegliendo come modello i nobili valori del samurai, quindi, il collezionista, attraverso le sue armi bianche, in parte acquistate, in parte frutto di regali di amici e conoscenti, percepisce benessere e trae giovamento dalla sua preziosa raccolta. «Quando impugno una delle mie spade, mi sento completo - ha aggiunto - E’ come se fossi nato per questo, sento che appartiene alla mia natura: probabilmente sarei vissuto bene nell’antico Giappone». Lame e decorazioni suggestive, caratterizzano i pezzi della collezione dello studente, che sogna di riuscire a dedicare più tempo e spazio al suo hobby: «Mi hanno molto incoraggiato in questa passione i miei genitori, la mia fidanzata ed i miei amici - conclude - Tra i miei progetti, c’è quello di arricchire ancor di più la mia raccolta, per mostrarla e condividerne il valore».

Marilia Parente

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