Sanità

Il "Ruggi" di Salerno è pronto per i trapianti tra vivi

Si aspetta solo l’ok dalla Regione. E nelle carte d’identità comparirà la disponibilità a donare gli organi

SALERNO. Il centro trapianti del Ruggi è pronto a eseguire trapianti combinati di rene e pancreas e a effettuare trapianti da donatori viventi, per cui manca solo l’autorizzazione regionale. I riconoscimenti all’ospedale di via San Leonardo sono arrivati ieri dal direttore del Centro nazionale trapianti, Alessandro Nanni Costa. «L’autorizzazione al trapianto da cadavere è solo della Regione, mentre l’autorizzazione al trapianto da vivente è duplice. Occorre una procedura regionale e un nazionale. Noi abbiamo espresso parere favorevole affinché si avvii anche a Salerno una procedura per autorizzare trapianti da viventi».

L’annuncio è arrivato in occasione dell’evento “300 di questi giorni, festa dei trapianti di rene a Salerno” che si è svolto ieri in Comune. I dati del Ruggi d’Aragona li ha evidenziati il chirurgo Paride De Rosa, che dirige il centro trapianti dell’ospedale: «Dal 2006 abbiamo già effettuato 306 trapianti da cadaveri. Interventi combinati di fegato e rene, cuore e rene e i prossimi obiettivi per il 2017 sono due. Effettuare trapianti combinati di rene e di pancreas ed eseguire trapianti da donatori viventi. L’obiettivo della Regione è ridurre la migrazione sanitaria e questo è uno step che affronterà sicuramente».

La conferma è arrivata ieri dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca: «Stiamo lavorando per approvare una legge che consenta la donazione di organi da vivo a vivo, come accade in altre parti d’Italia. Abbiamo troppa mobilità passiva, troppi concittadini vanno fuori regione per un trapianto, ma abbiamo eccellenze professionali, mediche e scientifiche per crescere anche qui a Salerno». In Regione arriverà presto l’elenco di dipendenti necessari per organizzare al meglio la rete dei trapianti. Il limite della Campania è che si amministra la sanità con «un miliardo e mezzo in meno di risorse rispetto ad altre regioni – ha detto De Luca – perdiamo 150 milioni perché siamo una regione anagraficamente giovane, altri 300 per spese di mobilità passiva e 1 miliardo per i contenziosi giudiziari».

Salerno eccelle sulla media nazionale per sopravvivenza dell’organo a 5 anni dal trapianto: è al 92 per cento rispetto all’82 per cento nazionale. Ieri a Palazzo di Città c’erano anche due donne “salvate” grazie al Ruggi: Silvana Matarazzo di Torchiara, prima trapiantata di rene (1 settembre 2006) e Maria Ferro di Pontecagnano (operata il 10 maggio 2011). È stato inoltre annunciato che Salerno entrerà nell’elenco nazionale donatori. «All’atto del rinnovo del documento d’identità i cittadini saranno invitati a rilasciare una dichiarazione di disponibilità a donare gli organi – ha spiegato il sindaco Vincenzo Napoli – Il consenso sarà inserito in un database nazionale. Per metà gennaio saremo operativi». Intanto cresce la cultura della donazione: in Campania nel 2013 c’erano meno di 9 donatori per milione di abitante, ora sono 13,5.

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