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Il rio Sguazzatoio continua a fare paura

ANGRI. Ad accendere i riflettori sul rischio idrogeologico tra Angri e Scafati è il capogruppo del Pd-centrosinistra Cosimo Ferraioli, che rimprovera l’amministrazione Mauri di affrontare il problema...

ANGRI. Ad accendere i riflettori sul rischio idrogeologico tra Angri e Scafati è il capogruppo del Pd-centrosinistra Cosimo Ferraioli, che rimprovera l’amministrazione Mauri di affrontare il problema solo per far fronte alle situazioni di emergenza.

«La questione del rio Sguazzatoio -spiega Ferraioli- è soltanto uno degli aspetti del problema legato al rischio idrogeologico ad Angri, perché tutti sanno che sul nostro territorio sono presenti una serie di scolli delle acque piovane che risultano a dir poco rovinati dal passare degli anni. Pertanto vorrei sapere l'amministrazione cosa intende fare per risolvere il problema degli alvei, in particolare quello di via alveo Sant’Alfonso dove ad ogni pioggia puntualmente si verifica una situazione disastrosa, perché l’alveo si riempie e conduce fino al centro della città detriti e materiali di ogni genere».

Ancora: «Poiché ritengo che il rischio idrogeologico ad Angri è uno dei temi che quest’amministrazione avrebbe dovuto affrontare chiedo al sindaco Mauri quali sono le azioni che intende porre in essere per risolvere le problematiche relative non solo al rio Sguazzatoio ma anche a via alveo Sant’Alfonso, e in generale a tutti gli alvei comunali».

Così poi Ferraioli continua nella sua analisi, evidenziando l’importanza sul punto di predisporre un apposito piano comunale e di cercare di ottenere finanziamenti regionali, nazionali e comunitari: «Capisco che il problema è di dimensioni rilevanti sul piano finanziario, per questo ho chiesto all’amministrazione se sono stati redatti già progetti da sottoporre agli enti sovracomunali per ricevere dei finanziamenti, o se almeno è nelle sue intenzioni porli in essere. L’obiettivo dovrebbe essere quello di tentare di arginare o ridurre il rischio idrogeologico sul nostro territorio, attraverso la previsione di un piano comunale che ci possa tutelare». E ancora, bacchettando Mauri: «È sbagliato approcciare a questa questione - conclude Ferraioli- soltanto quando ormai è tardi: ovvero quando si è in emergenza».

(m. p. i.)

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