Il rimpasto è la via d’uscita per la sindaca 

Francese incontra il leader dei pattisti, Cappuccio, insieme al presidente del Consiglio in vista dell’assise di stasera

La chiave di volta si chiama rimpasto. È quanto viene fuori da un incontro che s’è svolto ieri, a ora di pranzo, nella stanza del sindaco: al tavolo c’erano la prima cittadina Cecilia Francese, il presidente del Consiglio comunale, Franco Falcone, e il leader dei pattisti, Roberto Cappuccio. In ballo c’è la votazione sul bilancio consolidato, slittata a stasera, in seconda convocazione, a causa delle 14 defezioni che si sono registrate lunedì in aula.
La sindaca vuole a tutti i costi la seduta di stasera, mentre i pattisti chiedono di posticipare la votazione. E il colloquio delle 13 riavvicina le parti, ma non sgombra il campo dagli interrogativi: le nubi si dissolveranno durante l’incontro di stamattina, al quale dovrebbe partecipare l’intera maggioranza.
Il confronto di ieri si è protratto per un’oretta. A nome dei dissidenti, alle 13 d’un freddo martedì, Cappuccio solleva tre istanze: il rinvio della riunione consiliare, il rimpasto in giunta e la convocazione d’un tavolo con la sindaca. E la prima cittadina si dice disponibile a rivisitare l’esecutivo, ma chiede ai pattisti di cedere sul niet alla seduta consiliare di stasera. La sindaca e Falcone s’impegnano a confrontarsi con la piccola maggioranza mentre alle 18,30 l’ingegnere a capo della fronda vede gli altri sette malpancisti. Quel che è certo è che dalla stanza del sindaco Cappuccio esce soddisfatto: «È stato un incontro positivo, durante il quale abbiamo parlato del Consiglio», commenta laconicamente l’ingegnere. Le parti si aggiorneranno stamattina.
Il parlamentino cittadino dovrebbe riunirsi stasera alle 20, ma senza i pattisti la sindaca non ha i numeri per far passare un bilancio consolidato sul quale, come una spada di Damocle, pende il parere sfavorevole dei revisori dei conti, che parlano d’una rappresentazione non veritiera e poco corretta della reale consistenza economica, patrimoniale e finanziaria dell’Ente. La mancata approvazione del consolidato non porterebbe alla caduta dell’amministrazione comunale, ma impedirebbe alla sindaca di assumere il neodirigente tecnico Carmine Salerno e il capostaff. E avrebbe pesanti ripercussioni sul versante politico. «Devono essere loro ad assumersi la responsabilità di mandarti a casa», avrebbero ripetuto a più riprese i fedelissimi alla sindaca durante il confronto di lunedì, dopo la seduta sospesa.
E qualche pattista solleva altri dubbi: «Il Consiglio non è valido - dice Angelo Cappelli - perché all’ordine del giorno non c’è l’approvazione dei verbali delle sedute precedenti».
La crisi si sposta pure sui rifiuti: «Con un commissario, saremmo sommersi da impianti e pattume», dice la Francese. A ribattere duramente è l’ex sindaco Fernando Zara: «Il soviet Francese-Rosania-Tozzi-Gioia-Falcone fa vittimismo, ma questa signora che fa l’ambientalista, anche se c’è voluto un comitato per farle capire che la gente non ne può più di quest’aria malsana, s’è accorta che il sistema pubblico è in mano ai privati che guadagnano fior di quattrini dall’immondizia?». Zara dice che «la Francese avrebbe dovuto confrontarsi con i vertici della Regione per ottenere uno stir nell’Agro e un altro nel Vallo e far sì che quello di Battipaglia, che va gestito dal Comune, raccogliesse solo l’indifferenziato della zona, e non quello dell’intera provincia». L’ex sindaco aggiunge che «gli impianti di compost, che devono essere anaerobici, pure deve gestirli il Comune» e lancia un appello: «Portate immediatamente in aula la mozione dei pattisti su Alba, che prevede pure piani di fattibili per la realizzazione di impianti pubblici di carta e plastica».
Carmine Landi
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