Il Riesame “riapre” il caso Malfi 

Per i giudici esistono gravi indizi sul prefetto. Pronto il ricorso in Cassazione

Il Tribunale del Riesame conferma le accuse della Procura di Vercelli al prefetto di Salerno. Salvatore Malfi era già stato sospeso e poi reintegrato proprio nell’ambito di un filone legato all’inchiesta condotta dai pm del capoluogo piemontese, dove all’epoca dei fatti era prefetto. Stavolta, però, nonostante la pronuncia sfavorevole dei giudici del Riesame, Malfi resterà al suo posto alla guida degli uffici di piazza Amendola fino a quando non si sarà pronunciata anche la Cassazione.
Nella decisione del Riesame non solo si confermano le accuse di abuso d’ufficio per le presunte intimidazioni alle dipendenti della Prefettura, ma si profilano anche una serie di ulteriori imputazioni: dalla turbativa d’asta al falso ideologico, alla frode nelle pubbliche forniture. Sullo sfondo ci sono i rapporti dell’allora prefetto di Vercelli con il titolare di una cooperativa che gestiva l’accoglienza dei migranti. “In particolare – rileva la Procura di Vercelli – sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza in riferimento alle procedure di gara bandite tra il 2015 e il 2016 e rivolte alla selezione delle cooperative per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Nello specifico, si è accertato che la cooperativa vincitrice è stata destinataria di trattamenti privilegiati da parte dell’allora prefetto che, reperite strutture idonee, le affidava fraudolentemente e a questo si aggiunge l’aver dichiarato falsamente capienze superiori rispetto a quelle reali”.
Altri gravi indizi sono emersi perché la cooperativa non ha erogato i servizi previsti dai contratti di appalto stipulati con la Prefettura come confermano alcuni testimoni e le immagini della struttura particolarmente carente. Inoltre, nei casi in cui le ispezioni sono state svolte, c’era una funzionaria prefettizia che avvisava il titolare della cooperativa degli imminenti controlli. Nell’ambito del secondo filone dell’inchiesta, i giudici del Riesame hanno confermato la gravità degli atteggiamenti del prefetto verso i suoi collaboratori con “un’ulteriore ipotesi di abuso d’ufficio in relazione alle imposizioni alle dipendenti di occuparsi della sua vita privata”, compresa la spesa. Sotto la lente anche i rapporti con la colf degli alloggi prefettizi che ha consegnato agli inquirenti delle registrazioni nelle quali, minacciata di licenziamento, è costretta ad accettare un compenso illegittimo.
«Resto sereno pur rilevando la diversità di posizione tra i due Tribunali. Sono fiducioso nella Cassazione e nel ricorso che presenteremo – commenta il prefetto Malfi – Nel frattempo aspetto l’udienza nella quale il gip dovrà decidere se concedere la proroga delle indagini preliminari». Il Riesame, fa notare l’avvocato Giovanni Annunziata, legale del prefetto «ha riaperto una dialettica in punta di diritto che il gip aveva definito con l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. Tuttavia il provvedimento di interdizione, come previsto dalla legge, rimane sospeso fino alla decisione della Cassazione». (e. t.)
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