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Il Riesame dà ragione ai pm «Gambino torni in carcere»

PAGANI. Il Riesame accoglie l’appello della Procura antimafia ordinando il carcere per l’ex sindaco Alberico Gambino e i fratelli Michele e Antonio Petrosino D’Auria con immediata sospensione della...

PAGANI. Il Riesame accoglie l’appello della Procura antimafia ordinando il carcere per l’ex sindaco Alberico Gambino e i fratelli Michele e Antonio Petrosino D’Auria con immediata sospensione della decisione. I giudici del tribunale della libertà hanno ravvisato evidenti legami allo stato degli atti tra il sindaco e l’ associazione camorristica della famiglia Petrosino D’Auria, tali da rendere necessaria la massima restrizione chiesta dai pm Volpe e Montemurro contro la scarcerazione decisa dal tribunale nocerino ad aprile scorso.

Lo stesso Riesame ha seguito un iter diverso per le posizioni di Giovanni Barone, Giovanni De Palma, Massimo Quaratino, Giuseppe Santilli, Giovanni Pandolfi Elettrico e Antonio Fisichella, per i quali “non vi sono seri e concreti indizi di appartenenza ad associazioni camorristiche”. Il tribunale presieduto dal giudice Vito Di Nicola, dopo venti giorni ha così accolto parzialmente l’appello presentato dal pm della Dda.

La questione cautelare del processo Linea d’ombra - per il quale oggi intanto si chiuderà l’istruttoria lasciando intravedere la sentenza entro fine anno - arrivata una prima volta in Cassazione e ricominciata all’avvio del dibattimento, ancora non accenna a consolidarsi per via del discusso aggravamento sancito dall’articolo 7, cioè dall’uso del metodo mafioso o dalla finalità di agevolare i clan. Per la prima volta il Riesame ha distinto le posizioni degli imputati, scegliendo due diverse soluzioni per la questione di legittimità costituzionale posta dall’intero collegio difensivo rispetto alla misura cautelare. Il Riesame ha tenuto conto degli sviluppi processuali e delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia al processo, individuando l’esistenza di profondi rapporti tra Gambino e l’organizzazione camorristica. Il tribunale ha riscontrato l’esistenza dell’appoggio elettorale, con infiltrazioni nell’amministrazione e “la promessa di agevolare l’infiltrazione camorristica in attività economiche per la realizzazione di vantaggi ingiusti”, anche in virtù della emersa pressione subita dalle persone offese, cioè i Panico, con la costrizione “per concedere a una cooperativa di Michele Petrosino-D’Auria la gestione dei parcheggi del centro commerciale Pegaso”.

I tre imputati rispondono in particolare di concorso in concussione continuata e del reato di 416ter, con i giudici che ritengono sussistente lo scambio elettorale in virtù delle dichiarazioni credibili dei collaboratori di giustizia Matteo Principale, Prisco Ceruso, Alfonso Greco e Vincenzo Greco, concordanti nello spiegare uno schieramento a favore di Gambino da parte della criminalità organizzata.

La decisione resta sospesa in attesa della pronuncia della Cassazione, che vaglierà il ricorso della difesa. I legali hanno impugnato anche il rigetto della richiesta di remissione in libertà effettuata dal primo collegio del tribunale nocerino, fissato il 7 novembre.©RIPRODUZIONE RISERVATA