OPERE E BUROCRAZIA

Il restyling del Picentino: via i fondi dalla Regione

Tolti i 6,4 milioni dell’intervento avviato già nel 2005 con un accordo ministeriale Il taglio per “salvare” i soldi

SALERNO - «Intervento non in linea con le tempistiche di impiego delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione». Tre righe fissate in una tabella, sotto la dicitura “stato intervento”, per motivare la decisione della Regione Campania di togliere i fondi per un intervento la cui genesi si perde nei meandri del tempo. Sono 6 milioni 456mila euro che per il momento sono svaniti nel nulla: sono quelli ch’erano stati ritenuti necessari per effettuare i lavori per la sistemazione idraulica del tratto finale del torrente Picentino, il corso d’acqua che segna i confini territoriali fra Salerno e Pontecagnano Faiano. Soldi a disposizione per oltre dieci anni. E che non ci sono più, persi nelle maglie delle lungaggini e della burocrazia, e che dovranno essere riprogrammati su capitoli futuri di spesa.

La genesi dell’intervento. La sistemazione del Picentino è argomento “caldo” sin dall’inizio del nuovo Millennio. Era l’agosto del 2005 quando fu sottoscritto l’accordo di programma per la difesa del suolo fra la Regione Campania, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e quello dell’Ambiente in cui figurava anche l’intervento di sistemazione idraulica dei tratti terminali dei corsi d’acqua all’estrema periferia orientale della città: non solo il Picentino ma anche il Fuorni. Da allora, però, su questo capitolo in particolare si è mosso poco anche se, spulciando gli atti disponibili sul web, per l’intervento risulta anche affidato l’appalto alla società Rcm Costruzioni che aveva offerto un ribasso del 37,51% sull’importo a base di gara aggiudicandosi l’intervento per 4 milioni 124mila euro. Da allora, però, di questo particolare “capitolo” si è saputo poco. Fino alla svolta degli ultimi giorni.

Il definanziamento. La giunta di Palazzo Santa Lucia, lo scorso 11 ottobre, ha spiccato una delibera con cui ha messo ordine ai vari finanziamenti effettuati con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione dopo che, negli scorsi mesi, gli uffici avevano disposto «l’attivazione di ogni azione utile a contribuire all’ottimale programmazione delle risorse regionali ». E la ricognizione ha permesso di appurare che l’intervento di sistemazione idraulica del Picentino ricadeva fra quelli che, entro la fine del 2022, non riescono a raggiungere l’Obbligazione giuridicamente vincolante, ovvero l’attuazione praticamente definitiva dell’opera nei termini previsti dalla legge. Tempistiche ancora lunghe che, dunque, hanno spinto la giunta regionale a «disporre la riprogrammazione delle risorse non ancora utilizzate o afferenti a interventi i cui cronoprogrammi e l’attuale stato di attuazione non risultano coerenti con le originarie previsioni e, comunque, non più in linea con l’obiettivo del raggiungimento dell’Obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre del 2022». In parole povere, via i fondi per la sistemazione del torrente Picentino che, adesso, saranno destinati ad altre opere per poi valutare in futuro una nuova copertura economica.

L’operazione “salva fondi”. Una necessità, l’operazione effettuata dalla Regione Campania, più che una volontà di non effettuare l’opera. Soltanto così, infatti, Palazzo Santa Lucia sarebbe riuscita a salvare in totale ben 70 milioni di euro di fondi pubblici, “dirottandoli” su altri interventi in corso nel territorio della “terra felix” (la maggior parte sono andati all’Eav, l’Ente Autonomo Volturno che gestisce la Circumvesuviana). Lo stesso è accaduto, ad esempio, per la messa in sicurezza dei siti di stoccaggio provvisori (che poi - di fatto - sono diventati “definitivi” visto che sono attivi da tantissimi anni) di Castelluccio e di Buccoli, a Battipaglia. Anche per questi interventi di bonifica è arrivato il definanziamento per “salvare” i soldi. E saranno oggetto di nuove valutazioni in futuro per un’ulteriore programmazione.

(al.mo.)