Il reparto di ginecologia va a San Severino

L’ospedale metelliano tagliato fuori in via definitiva. Operatori e sindacalisti sono sul piede di guerra

Che il reparto di ginecologia e ostetricia del “Santa Maria dell’Olmo” non riaprirà sembra ormai un dato certo. A confermarlo è anche l’ultimo atto aziendale del Ruggi, emanato lo scorso 30 settembre. Ma lo stesso discorso potrebbe non valere per il Fucito di Mercato San Severino. Qui la partita potrebbe riaprirsi a breve.

Secondo indiscrezioni il prossimo 25 ottobre i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria “Ruggi d’Aragona” incontreranno sindacalisti e dirigenti del presidio della Valle dell’Irno per discutere, tra le altre cose, dell’opportunità di riaprire il punto nascita.

Per adesso si tratta solo di una notizia ufficiosa che, però, se fosse confermata, potrebbe provocare la reazione immediata dell’opinione pubblica cavese, di operatori sanitari, sindacalisti e politici che a più riprese, nel corso dell’ultimo anno, hanno chiesto la riattivazione della maternità. Questo anche in ragione del fatto che la ginecologia del presidio sanitario di Salerno non appare ancora sufficientemente adeguata a fronteggiare un flusso di pazienti e partorienti maggiore rispetto al passato. Una conseguenza, questa, derivante dalla chiusura dei reparti di ginecologia e ostetricia di Cava e Mercato San Severino, scattata lo scorso primo gennaio. Negli ultimi mesi, infatti, non sono mancate le critiche soprattutto delle puerpere, che hanno posto l’accento sull’inadeguatezza strutturale del reparto.

Nido al sesto piano, pochi bagni e fuori camera, e lunghe corsie di degenza sono i punti critici evidenziati dalle donne che hanno partorito al Ruggi. E dovrebbe essere proprio questa la ragione che potrebbe spingere i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria a rivedere la propria decisione e optare per la riapertura di almeno uno dei due punti nascita chiusi. Intanto l’eventualità che possa essere riaperto il punto nascita del Fucito ha messo in allarme i comitati per il diritto alla salute sorti a Cava nell’ultimo anno.

Da più parti si critica già solo la possibilità della riapertura nella Valle dell’Irno se non accompagnata da un analogo provvedimento per la maternità a Cava. Una struttura che potrebbe funzionare sin da subito e che potrebbe avvalersi del collegamento con un eccellente reparto di pediatria.

Alfonsina Caputano

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