I RETROSCENA

Il “regno dei Papacchione” violato dopo l’sos della Dia

Piazza San Martino era la “base” degli Stellato, legati al ferito da una parentela. L’allarme del questore nell’ultima relazione

SALERNO Un agguato effettuato in maniera certosina. Un modus operandi da veri criminali. Un’azione effettuata non in un “posto qualunque”. Piazza San Martino, cuore del quartiere Santa Margherita di Salerno, è pure il “regno degli Stellato”. Da lì, infatti, è partita l’escalation criminale - che ha segnato una grossa parte dei fatti di cronaca nera degli ultimi 15 anni nella città d’Arechi - di “Papacchione”, il leader del gruppo dei “ragazzi di Pastena” tornato in carcere negli scorsi mesi, poco dopo la scarcerazione, in seguito a un altro agguato, quello che portò al ferimento di un giovane nei pressi del bar Pacifico e ha portato le forze dell’ordine a stringere le manette ai polsi anche del figlio Domenico. E c’è un filo sottile che unisce gli Stellato anche al raid avvenuto la scorsa alba: Antonio Castellano, il 31enne ferito a una mano da un colpo di pistola, è legato da una parentela con gli Stellato.

Una vicenda che, al momento, per gli inquirenti sembra essere incidentale visto che i carabinieri del Nucleo Operativo di Salerno guidati dal comandante Adriano Fabio Castellari che stanno indagando sul caso collegano quanto accaduto ad altre questioni, in particolare a vicende riguardanti lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma, al momento, visto pure il massimo riserbo degli inquirenti, nulla viene escluso. Neanche possibili collegamenti con “vicende familiari” e vecchie questioni in sospeso da tempo. Castellano, già noto alle forze dell’ordine e figlio del gestore delle bouvette dello stadio Arechi, già in passato era stato coinvolto in vicende relative allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ed è anche per questo che la pista maggiormente battuta dai militari dell’Arma è quella dei traffici di droga che, come dimostrato pure dalle ultime - numerose operazioni effettuate in città dalle forze dell’ordine, rappresenta un affare sempre forte per la malavita organizzata e non.

Eppure proprio il legame con gli Stellato del giovane ora ricoverato all’ospedale “Ruggi” fa tornare alla mente quanto emerso soltanto qualche giorno fa nella relazione semestrale al parlamento della Direzione Investigativa Antimafia che, nel descrivere la situazione della criminalità organizzata nel capoluogo, evidenziò un nuovo dettaglio rispetto ai precedenti report: «Contrapposto ai D’Agostino - si legge nel documento - è il gruppo Stellato- Iavarone, apparentemente rinvigorito dalla recente scarcerazione di un suo autorevole esponente di vertice la cui presenza sul territorio, come ricordato dal questore di Salerno, “rende presumibile un riacutizzarsi dei conflitti tra le locali consorterie criminali, a causa di rancori mai sopiti, con la pianificazione di azioni violente e vendicative. Inoltre tale uscita potrebbe far riacquistare capacità operativa anche ad altri sodali”», la lunga citazione nella relazione della Dia del capo della polizia salernitana, Maurizio Ficarra che poi dettaglia anche il successivo arresto di Giuseppe Stellato e del figlio, ricordando anche il delitto del fratello di “Papacchione”, Donato, avvenuto nel febbraio del 2007 a corso Garibaldi mentre il giovane era alla guida della sua auto. Adesso toccherà ai carabinieri del Nucleo operativo di Salerno chiarire la vicenda in ogni suo aspetto e “scollegarla” da questioni del passato, chiudendo il cerchio su un agguato effettuato proprio nel “regno degli Stellato”.

(do.gra.)