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Il punk-rock irriverente di The Wild Week-End

Un mix esplosivo di musica ed energia per il gruppo salernitano

SALERNO. «The Wild Week-End non è una band, è un’istituzione. Faremo del nostro meglio per preservare il vero rock’n’roll per la prossima generazione». Una vera e propria missione quella dell’irriverente trio punk-rock salernitano, nato dalla passione per le etichette che negli anni Novanta riproponevano un certo tipo di musica, riconducibile a gruppi come Supercharger, Spastics, Devil Dogs, estranei al filone del punk politicizzato.

«Per noi il punk è soltanto una forma di rock’n’roll che, a sua volta, deriva dal blues – spiega Gianpaolo “Wild JP” Trifone, chitarrista dei “The Wild Week-End” – Si tratta semplicemente di disagio in forma di musica rudimentale, non occorre nobilitarlo. Qualsiasi sfigato che decida di suonare uno strumento perché pensa che la cosa potrebbe dargli una certa rilevanza è un punk». Leggenda narra che l’idea di metter su una band sia stata concepita durante una festa, datata 1999, piena di palloncini con scritte irriverenti, culminata poi in una mega rissa.

Un “fine settimana selvaggio”, appunto. Il nome del gruppo trae ispirazione da un’omonima canzone dei “The Zeros”, considerati i “Ramones messicani”. «Una band che ha senz’altro influenzato il nostro modo di fare musica, così come The Stooges e Crime». Una formazione essenziale, chitarra, basso (Gaetano Bartiromo) e batteria (Rosario Memoli), che ha elaborato un suono tagliente, veloce, aggressivo. «A me piace: direi un bel suono, molto semplice – commenta Trifone – E poi, in tre, riusciamo a spostarci con una sola macchina. A conti fatti un ottimo suono».

Una praticità che nel tempo è tornata molto utile al terzetto, che ha suonato in lungo e in largo per la penisola, sconfinando oltralpe con due tour in Austria e Spagna e condividendo il palco con centinaia di band italiane e straniere, tra le quali Masterplan, Scott Lou Allen, Vic Godard & The Subway Sect, Demons. «Mi viene in mente tanto sonno perduto, scarsa igiene personale, malnutrizione. Però viaggiando si conosce un sacco di gente divertente – racconta Wild JP – In particolare, ricordo il giro in auto per le strade di Vitoria, nei Paesi Baschi, alla ricerca di un basso per la serata.

Eravamo infatti partiti dall’Italia con una sola chitarra, smontata e nascosta nel bagaglio a mano». I concerti targati Wild Week-End sono un mix esplosivo di energia, sudore e birra. «Ma abbiamo un pessimo rapporto con gli spettatori. Non suoniamo per il pubblico: suoniamo contro il pubblico». Insomma, a Salerno il punk non è ancora morto. «Il punk è un’attitudine e quindi non può morire. Detto ciò, rimarrà sempre una roba da perdenti. Bella soddisfazione» conclude Trifone.

 

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