Il progetto di risanamento nel mirino del Comune

Dopo il comitato “Rinascimare” anche il consigliere Paolillo mostra perplessità «La scogliera è pericolosa. E i soldi andrebbero investiti pure per il fiume Sele»

CAPACCIO. Il mega progetto, finalizzato al risanamento del tratto del litorale tra i comuni di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli, che prevede un investimento di 70 milioni, di euro continua a far discutere. Dopo il comitato “Rinascimare”, a sollevare perplessità sull’utilità dell’intervento è anche il consigliere comunale, delegato allo sviluppo della fascia costiera, Maurizio Paolillo. Lo stesso Comune di Capaccio ha presentato, attraverso una delibera di giunta, delle osservazioni al progetto di Provincia e Regione. «Sono state presentate delle osservazioni tecniche al progetto – spiega Paolillo – al fine di migliorare l’intervento previsto sulla nostra costa. Ci sono perplessità sull’utilità delle opere e sulla pericolosità dei pennelli a forma di T, che saranno realizzati. In primis, va detto che il fenomeno dell’erosione costiera sul nostro litorale è stato provocato dalla mancanza dei sedimenti del fiume Sele che, storicamente, hanno determinato la nascita della Piana del Sele. Un’assenza causata nel corso degli anni dalla costruzione della diga di Persano, che blocca i sedimenti determinando il fenomeno dell’erosione. Lo dimostra il fatto che da quando la diga è stata realizzata la foce del fiume Sele è indietreggiata di ben 250 metri. Di fatto, gli stessi pennelli non contrastano l’erosione ma semplicemente la tamponano. Occorrerebbe, dunque, una soluzione definitiva». Per questo, Paolillo lancia la proposta di utilizzare una parte dei fondi per il Sele: «Non so in che modo, non sono un tecnico, però sarebbe ipotizzabile – afferma il consigliere comunale – utilizzare parte dei fondi per risolvere il problema dell’indietreggiamento che sta interessando la foce del fiume. Il dubbio è se questi 70 milioni di euro, di cui due impiegati per la consulenza, saranno soldi spesi bene». Paolillo si sofferma poi sulla sicurezza dei manufatti: «Si tratta di una sorta di scogliera in pietra viva che dalla battigia va verso il mare, affiorando sull’acqua, per poi terminare a forma di T. Il timore è che questa possa costituire un vero pericolo per la sicurezza dei bagnanti, soprattutto i bambini. Un problema che abbiamo cercato di eliminare inserendo nel Piano urbanistico comunale delle modifiche con la realizzazione di approdi. Ma i costi sono molto elevati. Alla fine saremo costretti a chiudere questi pennelli per tutelare la sicurezza dei bagnanti e di tutti coloro che usufruiscono del litorale. L’intervento antierosione sicuramente va fatto per la valorizzazione della costa, ma va migliorato e modificato anche sul fronte della sicurezza impiegando i soldi in opere che possano portare benefici».

Angela Sabetta

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