Il premier a De Luca «Governi se è capace»

Renzi blinda il presidente per non rompere l’accordo con Verdini Tra i senatori dell’ex forzista molti sono sostenitori dell’ex sindaco

SALERNO. Chissà cosa avrà pensato Vincenzo De Luca quando ha sentito pronunciare da Matteo Renzi la stessa frase che il premier aveva detto riferendosi a Ignazio Marino lo scorso 17 giugno e che ricordava anche quel ben noto “Letta stai sereno”. «De Luca governi. Ho detto in passato, rispetto ad altre persone, se ne è capace. Lo confermo». Tuttavia, a differenza di quanto accaduto con il sindaco di Roma, ha poi aggiunto: «Se c’è una persona che può fare della Terra dei Fuochi e di Bagnoli una sfida decisiva questa è De Luca: sono certo che con De Luca queste due partite saranno sbloccate». L’occasione per discutere del “caso Campania” è offerta dalla conferenza stampa post Consiglio dei ministri. Una riunione nel corso della quale, tra l’altro, si è deciso di destinare 50 milioni per la bonifica di Bagnoli e 450 milioni per quella della Terra dei Fuochi.

«Abbiamo molta fiducia nella magistratura, ma il presidente della Regione ha la titolarità, il diritto e il dovere di governare quella terra. Siamo assolutamente certi che il mandato che ha ricevuto sia pieno e che, di conseguenza, ha davanti a sè sfide di grande impatto, perchè la Campania è una regione chiave per il futuro del Sud e del Paese», ha continuato il premier.

Poche parole che, però, rassicurano per il momento il presidente della Regione. Matteo Renzi non intende mollarlo, almeno per ora. Anche perchè abbandonare De Luca potrebbe avere delle serie ripercussioni anche sul suo Governo. Il motivo? Il premier rischierebbe di perdere l’appoggio del gruppo di Verdini, all’interno del quale ci sono molti rappresentanti campani grandi sostenitori dell’ex sindaco di Salerno che in questi mesi (a partire dalla campagna elettorale) hanno stretto un forte legame con De Luca. Se cade la Regione Campania, cade il patto al Senato avrebbero fatto capire. E quindi si va avanti su questa linea di difesa, nonostante montino le polemiche all’interno dello stesso Partito Democratico. Ieri è intervenuto anche Pierluigi Bersani. «C’è stato un errore iniziale molto grande - ha detto - o cambi la Severino o cambi il codice etico del Pd». Anche per un altro esponente democrat, l’errore è stato fatto all’inizio. «De Luca non andava candidato allora - ha commentato Francesco Boccia - Fatta questa scelta infausta, ed è stato un errore del Partito Democratico, ti gestisci le conseguenze. E queste sono solo le conseguenze di una scelta sbagliata. Poi dei temi del partito ne riparleremo al congresso e il prossimo sarà un congresso molto interessante». E tra i bersaniani è intervenuta anche Michela Marzano. «Se le persone che devono dare l’esempio sono le prime a trovarsi impantanate inquestioni giudiziarie vuol dire che in Italia non abbiamo ancora capito che il vero problema è quello della moralizzazione della vita pubblica. Nella vicenda De Luca - ha aggiunto - ci sono tanti errori che si sono moltiplicati dall’inizio. È stato un errore dall’inizio. Io sono stanca di tutte queste polemiche che circondano le persone che dovrebbero governare l’Italia e dovrebbero dare l’esempio». E tra coloro che non condividono il pensiero di Renzi c’è anche Emanuele Macaluso che ha scritto una dura nota su Facebook. «In questi giorni - si legge - si constata che in Campania il segretario-tuttofare di De Luca era anche il coordinatore del partito. Ma la situazione campana non è l’eccezione è la regola. Ricordate le campagne di tutti i grandi giornali contro i partiti strutturati, organizzati con funzionari scarsamente pagati ma indicati come causa prima della corruzione in Italia? In quella fase si teorizzava il leaderismo come medicina e i partiti liquidi. E infatti via via si liqueferà anche la sinistra fino al Pd. I partiti-non partiti sono in mano a cacicchi e a un personale senza storia, senza passione e senza qualità politica: a destra e purtroppo anche a sinistra».

Nonostante i mal di pancia, Renzi va per la sua strada. Per il momento, meglio ascoltare Denis Verdini. (an.ca.)

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