ieri in Tribunale a Vercelli 

Il prefetto Malfi interrogato per oltre cinque ore

Cinque ore e mezza per rispondere alle accuse. Tanto è durato l’interrogatorio di garanzia di Salvatore Malfi, prefetto di Salerno, sospeso dal suo incarico per tre mesi per le indagini coordinate...

Cinque ore e mezza per rispondere alle accuse. Tanto è durato l’interrogatorio di garanzia di Salvatore Malfi, prefetto di Salerno, sospeso dal suo incarico per tre mesi per le indagini coordinate dalla Procura di Vercelli nelle quali risulta coinvolto con un’accusa di abuso d’ufficio. Malfi era accompagnato dal suo difensore, l’avvocato Roberto Scheda. «Il mio assistito ha risposto in modo compiuto ed esauriente alle domande del gip. L’interrogatorio – ha commentato il legale – è avvenuto nel pieno rispetto dei ruoli della magistratura e della giustizia». L’avvocato Scheda ha già annunciato l'intenzione di ricorrere in appello al Tribunale della Libertà di Torino contro l’ordinanza di sospensione dal pubblico servizio disposta dalla Procura di Vercelli.
Le accuse si fonderebbero su una serie di intercettazioni che risalgono a quando Malfi (dal 2011 al 2016) era a capo dell’ufficio territoriale del governo nel capoluogo piemontese. Dialoghi nei quali emergerebbero le minacce ai suoi più stretti collaboratori. Frasi “ingiuriose, umilianti, sessiste e denigratorie, utilizzando toni ed atteggiamenti discriminatori” che, secondo la ricostruzione del pm della Procura di Vercelli, Davide Pretti, avrebbero “ingenerato un clima di costante terrore e di estrema tensione negli uffici prefettizi”.
L’inchiesta di Vercelli prende avvio da alcune irregolarità nella gestione del servizio di accoglienza dei richiedenti asilo da parte di una cooperativa che gestisce più strutture nel Vercellese. Ed è in questo ambito che, secondo la Procura, si sarebbe consumata una frode. In particolare, le irregolarità sarebbero legate all’assegnazione dei siti che dovevano ospitare i richiedenti asilo e la fornitura di alcuni servizi previsti per queste strutture. Non solo, perché, dalle indagini emergerebbe che dalla Prefettura di Vercelli qualcuno avrebbe avvisato la cooperativa quando erano in arrivo i controlli. Nessun commento all’uscita da parte del prefetto che negli scorsi giorni aveva ribadito la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. «Nella magistratura – aveva dichiarato poco dopo essere stato sospeso – ho fiducia cieca anche quando non si condivide ciò che fa». Secondo indiscrezioni, però, ci sarebbero anche altri elementi dell’indagine che il prefetto ha dovuto chiarire al giudice. Nell’ordinanza si fa riferimento solo all’accusa di abuso d’ufficio, ma contro Malfi ci sarebbe anche l’accusa di turbativa d’asta.