Il postino va in vacanza Sei paesi senza la posta

GIOI CILENTO. Il postino va in ferie, il sostituto non viene inviato e sei centri del Cilento interno da una settimana non ricevono la corrispondenza. Il disagio sta interessando i comuni di Gioi...

GIOI CILENTO. Il postino va in ferie, il sostituto non viene inviato e sei centri del Cilento interno da una settimana non ricevono la corrispondenza. Il disagio sta interessando i comuni di Gioi (con le frazioni Cardile e Gorga), Stio e Magliano Vetere (con la frazione Capizzo), già colpiti nei mesi scorsi dal provvedimento di razionalizzazione degli uffici postali. E mentre la popolazione, ritenendosi discriminata rispetto ad altre comunità, medita azioni di protesta, il sindaco di Gioi Andrea Salati ha scritto una lettera all’azienda, nelle persone del country manager Campania e dei direttori delle filiali di Salerno e Sala Consilina, nonché al Prefetto di Salerno.

Nella nota il primo cittadino ha chiesto di ripristinare il servizio così come organizzato in precedenza: da poco tempo il portalettere di Gioi è stato spostato a Vallo della Lucania e da allora i sei centri, mal collegati tra di loro, sono serviti da un unico operatore. «È la razionalizzazione che impone Poste Italiane a un territorio già martoriato di suo. L’azienda è abituata a ragionare per numeri – spiega Salati - ma deve capire che noi siamo esseri umani bisognevoli dei servizi essenziali come nelle aree super urbanizzate».

La nuova riorganizzazione segue il piano di chiusura disposto a novembre da Poste Italiane per 28 uffici, contro cui i sindaci hanno prima cercato una soluzione politica, poi, fallita questa strada, hanno impugnato il provvedimento al Tar. Il tribunale amministrativo ha salvato 19 sportelli, tra cui quello di Cardile, e confermato la chiusura per altri 9, tra cui Gorga e Magliano Nuovo, decisione poi ratificata in sede cautelare dal Consiglio di Stato. Pochi giorni fa Poste Italiane ha fatto appello contro la sentenza del Tar. «Purtroppo – aggiunge Salati - i vertici dell’azienda pensano a spendere soldi per appellare una decisione di primo grado del Tar dinanzi al Consiglio di Stato contro la chiusura indiscriminata degli uffici postali invece di investire le somme di denaro per regolamentare il servizio di consegna della posta».

Rosamaria Morinelli

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