Infrastrutture

Il porto di Salerno diventa zona speciale, coro di consensi

L’iniziativa della Giunta regionale della Campania preannunciata dall’assessore Lepore ha suscitato grande entusiasmo tra gli operatori dello scalo

SALERNO. Autorità portuale, operatori marittimi, sindacati di categoria: l’idea dell’assessore regionale alle Attività Produttive, Amedeo Lepore – anticipata in un’intervista rilasciata al nostro giornale – di chiedere al Governo di avviare l’iter per la costituzione di zone economiche speciali anche nei porti di Salerno e Napoli, seguendo l’esempio della sperimentazione avviata al porto di Cagliari, sembra aver messo tutti d’accordo. E gli aggettivi con cui gli addetti ai lavori hanno accolto e commentato la notizia sono stati a dir poco entusiastici.

«Geniale». Non lo nasconde, anzi lo ripete a più riprese il presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata – tra i primi ad essere informato direttamente dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca, già qualche settimana fa – di questa iniziativa che la Regione sta portando avanti proprio in queste ore, con un discorso che sarebbe stato già intavolato con la presidenza del Consiglio dei Ministri e i ministri competenti.

«Sarebbe una vera rivoluzione – afferma Annunziata, che in passato ha ricoperto anche il ruolo di sottosegretario ai Trasporti – per tutte quelle aree svantaggiate del nostro Paese, come il Mezzogiorno e la Campania. È venuto il momento anche per l’Italia – sostiene – di equipararsi ad altri Paesi d’Europa e del Mediterraneo dove le zone franche già esistono ed hanno prodotto risultati importanti. L’istituzione di zone economiche speciali – spiega – ci consentirà finalmente di collegare le aree interne ai porti e viceversa, favorendo anche lo sviluppo di quelle zone, grazie ai tanti benefici che ne deriverebbero a cominciare dalle tante agevolazioni fiscali. Nel Mediterraneo, in Tunisia o in Marocco – racconta Annunziata – questo sta già avvenendo con grandissimo successo. Da poco anche in Polonia – ricorda – si stanno utilizzando questi vantaggi».

Ma ad impensierire l’attuale numero uno dell’Autorità portuale è il giudizio dell’Unione Europea che potrebbe intravedere in questa operazione una forma di “aiuto da parte dello Stato” e dunque stoppare tutto, come già avvenuto in passato su altre questioni dove l’intervento del Governo è risultato decisivo.

«Ma – spiega ancora Annunziata – non è così ed è sbagliato pensarlo. L’Europa, al contrario, dovrebbe fare di tutto per creare le condizioni necessarie affinché ci siano queste zone economiche eliminando anche la concorrenza sleale che serpeggia nel settore. Il Governo – è il suo auspicio – deve quindi accompagnare con forza questa intuizione geniale che hanno avuto il presidente De Luca e la sua giunta perché ne va dello sviluppo di un’intera regione».

Per Antonia Autuori, a capo dell’omonima e storica società di trasporti marittimi, l’idea annunciata da Lepore è semplicemente «fantastica». «Creare delle zone economiche speciale – dice – avvantaggerà le imprese che operano nei porti commerciali e per quelle che vogliono insediarsi ma che, a causa dell’alta pressione fiscale, vi rinunciano. Qualche tempo fa sono stata a Tangeri, in Marocco, e lì le free zone sono una realtà che funziona. Anche in Italia potremmo trarne benefici rendendo il tessuto produttivo legato alle attività portuali molto più vivo ed attrattivo, mettendo finalmente a sistema le imprese».

Dello stesso avviso anche Giuseppe Amoruso, a capo dell’omonima agenzia, che si dice pronto anche a collaborare con Regione e Governo per sviluppare l’idea. «È un’idea lodevole, in Campania la stanno sperimentando a Torre Annunziata (dove è partita la zona franca urbana, ndr) e se si realizzare una zona speciale anche nel porto di Salerno ci saranno vantaggi soprattutto per chi è alla ricerca di nuovi sbocchi. Attenzione però – avverte – ai furbetti, come dice il governatore De Luca, quelli ci sono sempre. Per questo siamo pronti a dare il nostro contributo per sviluppare il progetto». Anche tra le organizzazioni sindacali di categoria la reazione è moderatamente positiva. «Se deve essere zona franca – dice Francesco Ceschini della Filt Cgil – allora zona franca sia. Ma – avverte – ogni euro che le imprese portuali risparmieranno grazie alle agevolazioni fiscali dovrà essere investito in sicurezza per il porto e per chi ci lavora. Si dovrà prevedere degli appositi strumenti che facciano confluire le risorse economiche all’interno dell’ambito portuale. In pratica – conclude Ceschini – si tratterebbe di una sorta di reinvestimento da parte delle imprese che dovranno poi avere un occhio di riguardo particolare sul capitolo della sicurezza». Insomma, le reazioni, e non poteva essere diversamente dato che si parla essenzialmente di agevolazioni fiscali, sono tutte molto positive. Ora, però, bisogna passare dalle parole ai fatti e augurarsi che i tempi della burocrazia per rendere operativo il progetto siano brevi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA