Il porto compatta l’economia salernitana

Documento a Renzi, al ministro dei Trasporti e al presidente della Regione per scongiurare l’accorpamento con Napoli

Il mondo dell’economia compatto e coeso contro l’accorpamento delle Autorità portuali di Napoli e Salerno ipotizzata dal decreto legislativo che il ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha proposto e fatto licenziare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e che ora è all’esame della Conferenza Stato-Regioni e del Consiglio di Stato per poi approdare nelle commissioni parlamentari competenti dove si preannuncia una battaglia serrata per ottenere la sedicesima Autorità, ovvero quella salernitana.

Dopo le proteste di piazza, i volantinaggi, gli striscioni “Giù le mani dal porto di Salerno” adesso l’universo portuale e produttivo della nostra provincia fa un passo avanti mettendo nero su bianco tutte le perplessità su una riforma penalizzante ed ingiusta. Per tutti questi motivi ieri, nella sala del Consiglio della Camera di Commercio di Salerno, si sono dati appuntamento i vertici delle principali organizzazioni di categoria (Assotutela, Assospedo, Assamar, Cna, Cidec, Confagricoltura, Coldiretti, Confcooperative, Confcommercio, Fai, Unimpresa, Cia, Cdo, Ance-Aies, Confindustria, Casartigiani, Compagnia delle Opere, Claai, Confesercenti, Confartigianato e, ovviamente, la Camera di Commercio) per sottoscrivere un documento congiunto che sarà inviato al premier Matteo Renzi, al ministro Delrio e al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca per esprimere la «netta contrarietà all’accorpamento dell’Autorità portuale di Salerno con quella di Napoli» che «nasce dalla certezza che tale provvedimento non ha nulla a che vedere con la soluzione dei problemi veri della portualità italiana. Salerno – si legge nel documento – sta combattendo una battaglia per il libero mercato, la libera concorrenza, la libertà d'impresa, per il merito imprenditoriale e contro una visione che questa prospettiva vorrebbe soffocare. Non possiamo quindi che ribadire la nostra contrarietà ad un accorpamento inutile e dannoso e non si comprende per quale reale motivo» altre regioni mantengono due Autorità mentre «la Campania debba essere depotenziata con la cancellazione dell’Authority di Salerno» che, sottolinea il mondo imprenditoriale non è «un porto minore ma il sesto in Italia per merci movimentate, con 13 milioni di tonnellate, e con un ruolo nazionale ed internazionale ben maggiore di tanti altri porti salvati».

Nel documento vengono riportate anche alcune delle incongruenze del provvedimento adottato dal Governo. Dall’assoluta inutilità dell’accorpamento alla irragionevolezza della soppressione di ciò che funziona molto bene passa per la perdita della capacità di Salerno di gestire il proprio futuro portuale a causa del trasferimento della responsabilità decisionale all’Autorità di Napoli su temi delicati come gli investimenti, il piano regolatore, la destinazione delle aree demaniali e la programmazione delle operazioni e dei servizi portuali. «La nostra – ha spiegato Agostino Gallozzi, presidente di Assotutela e timoniere di questa battaglia – è una prova di ragionevolezza nel senso che tutti insieme stiamo dimostrando che il porto di Salerno è una finestra trasversale sul mondo che serve a tutta l’economia della nostra provincia. Questa riforma – ha proseguito – non rilancia ma sacrifica quei porti “best practices» come Salerno premiando quelli “worst practices” come Napoli. Sarebbe una cosa veramente folle. I margini per spuntarla – ha sostenuto – ci sono, fino all’ultimo ci sono, soprattutto se ci sarà la giusta coesione tra politica ed imprenditoria. La Regione – ha concluso – sta facendo molto in questo senso».

Durissimo anche il presidente della Camera di Commercio, ,Andrea Prete. «Questo – ha detto – è uno di quei casi in cui due più due fa tre. Qua non si ottimizza nulla, semplicemente si spostano alcuni poteri decisionali in una sede diversa da Salerno. Ho la sensazione che nel furore di voler ottimizzare a tutti i costi si sia fatto di tutta l’erba un fascio come per le Province, che non mi sembra sia stata una buona operazione».

Fiducioso nell’esito di questa battaglia il presidente di Confindustria, Mauro Maccauro. «I risultati finali – ha detto– non li conosciamo, ma la partita non è chiusa. Vediamo cosa succede, ci affidiamo alla buona volontà del Governo e del ministro Delrio». Preoccupati invece sono gli operatori portuali. Per il presidente di Assospedo, Alberto Fabbricatore, «perdere l’autonomia gestionale significa distruggere le nostre aziende, con il rischio concreto ed effettivo di ricadute occupazionali». Ma anche «sottostare ai voleri di Napoli» come ha evidenziato il numero uno di Assamar, Giuseppe Amoruso. «Dovremo rinunciare allo sviluppo di Salerno e delle nostre industrie. Non possiamo rinunciare all’Autorità e la battaglia deve essere quella di mantenere l’indipendenza e dare un futuro a noi e a chi verrà dopo di noi».

Ad auspicare un ripensamento del Governo è stato anche Vincenzo Russo, presidente di Ance-Aies. «Per il mondo dell'edilizia il porto di Salerno è importantissimo. Abbiamo rapporti con la Cina e l’Africa e la movimentazione delle merci via mare per noi è fondamentale. Per questo – ha spiegato Russo, motivando l’adesione al documento sottoscritto ieri – abbiamo sposato l'iniziativa di Gallozzi: per far capire al Governo che c’è stata una valutazione molto leggera su tutta questa vicenda e invitarlo ad un ripensamento».

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