Il pm Ingroia a Scafati per il suo ultimo libro

Prima della partenza per il Guatemala il magistrato siciliano ospite nell’Agro insieme a Cantone e Marino.

Il procuratore di Palermo Antonio Ingroia sarà domani, venerdì, a Scafati (ore 17 chiesa san Pietro Apostolo) per presentare il suo ultimo libro “Palermo. Gli splendori e le miserie, l’eroismo e la viltà” (editore Melampo).

All’incontro (promosso da Libera Salerno, Fondazione Silvia Ruocco, Associazione familiari vittime innocenti di mafia, Spi Cgil e parrocchia San Pietro) oltre ad Ingroia ci sarà anche il magistrato, ora in Cassazione, Raffaele Cantone; Gennaro Carillo, professore di storia del pensiero politico dell’Università "Suor Orsola Benincasa" e dell’Università "Federico II" di Napoli; il procuratore aggiunto di Torre Annunziata Raffaele Marino.

Introduce il dibattito Antonio De Felice (Libera Salerno); coordina Lino Picca (segretario generale Spi Cgil Salerno).

Intervento programmato: Giusy Cirillo, studentessa universitaria.

«L’incontro sarà l’occasione per salutare Ingroia prima della partenza per il Guatemala, dove espleterà l’incarico internazionale ricevuto dall’Onu – si legge in una nota dello Spi-Cgil di Salerno – Sarà anche l’occasione per ringraziare il magistrato per il suo inestimabile lavoro di ricerca della verità e della giustizia, per la sua ineguagliabile testimonianza d’impegno civile, per le tante iniziative fatte insieme con noi durante l’anno, gli vuole assicurare il proprio impegno nel portare avanti, dentro il contesto sociale in cui operiamo, i due insegnamenti fondamentali che egli consegna nel suo ultimo libro “Palermo”».

Il libro. «Palermo, il luogo dove tutto ha inizio e dove tutto finisce. Palermo splendida e ammaliante. Palermo corrotta e irredimibile. A Palermo la corruzione è fisica, tangibile ed estetica: una bellissima donna, sfatta, gonfia di umori guasti, le unghie nere, è però egualmente, arcanamente bella. Palermo è la storia della Sicilia, tutte le viltà e tutti gli eroismi, le disperazioni, i furori, le sconfitte, le ribellioni». Così scriveva Giuseppe Fava, che narrò la Sicilia con indignazione e furore carnali. Trent’anni dopo Antonio Ingroia narra una Palermo eccessiva, carica, dai colori fortissimi, fino a stordire. Una città specchio d’Italia, contraddizione perenne, dove le storie si fanno Storia. Dove si alternano e si combattono la tragedia e la speranza. Ma dove non trova posto la rassegnazione all’eterno ritorno. L’autore ripercorre il cammino e le fatiche, il dolore del progresso. E racconta se stesso e i suoi comandamenti morali, i dubbi e le amarezze, le gioie e le passioni. Un Ingroia inedito, che trabocca d’amore per la sua città e per i suoi maestri, che ci consegna l’orgoglio e l’ironia di chi è impegnato a difendere la legge in partibus infidelium

Antonio Ingroia narra una Palermo eccessiva, carica, dai colori fortissimi, fino a stordire. Una città specchio d’Italia, contraddizione perenne, dove le storie si fanno Storia. Dove si alternano e si combattono la tragedia e la speranza. Ma dove non trova posto la rassegnazione all’eterno ritorno. L’autore ripercorre il cammino e le fatiche, il dolore del progresso. E racconta se stesso e i suoi comandamenti morali, i dubbi e le amarezze, le gioie e le passioni. Un Ingroia inedito, che trabocca d’amore per la sua città e per i suoi maestri, che ci consegna l’orgoglio e l’ironia di chi è impegnato a difendere la legge in partibus infidelium,