Il pm inchioda la gang dei blindati 

Chiesti 12 anni di carcere per lo scafatese Cocco e tre per il sarnese Garmiele

Sono oltre sessanta gli anni di carcere chiesti dalla procura per gli indagati nella maxi inchiesta “Last day”per le rapine ai portavalori sull’asse Foggia-Agro nocerino. Il pm Gianpaolo Nuzzo ha chiuso la requisitoria del processo abbreviato, chiedendo 12 anni e 8 mesi per Domenico Cocco scafatese 37enne, 3 anni e 4 mesi per Luigi Garmiele 59enne di Sarno, 14 anni per il 52enne Angelo Carbone di Foggia, 9 anni e 4 mesi per Antonio De Sandi di Foggia, 9 anni per Angelo Pugliese 46enne di Cerignola, 3 anni e 8 mesi per Pasquale Pecorella, 2 anni e 8 mesi per l’albanese Lorenc Hoqui e 3 anni e 8 mesi per Salvatore Della Ratta di Cercola, 4 anni per Pasquale Panico di Napoli, 2 anni e 8 mesi per il 47enne Ciro De Falco, 3anni e 4 mesi per Luigi Delli Carri per Ciro Bruno, entrambi di Foggia.
Il blitz ribattezzato “Last day” impegnò gli uffici investigativi di Nocera, Salerno, Foggia, Napoli e Verona, si spinse fino in Germania e condusse a nove esecuzioni di custodia cautelare in carcere e ad altre otto di arresti domicilari. Gli inquirenti raccolsero indizi tramite le intercettazioni telefoniche e ambientali, i sistemi di controllo a distanza e la videosorveglianza, ricostruendo una associazione per delinquere dedita alle rapine ai portavalori, aggravate dall’uso di armi da guerra. L’organizzazione (composta da soggetti di origine campana, pugliese ed albanese) è ritenuta responsabile di cinque rapine realizzate nelle province di Salerno, Napoli, Foggia e Avellino, e della pianificazione di un colpo grosso in territorio tedesco, impedito dall’esecuzione delle ordinanze cautelari. L’assalto imminente, quello che diede il nome al blitz “Last day”, prevedeva l’uso di kalashnikov Ak-47 e jammer per neutralizzare i sistemi di allarme satellitari e le comunicazioni con i cellulari, oltre che di maschere in silicone del tipo utilizzato sui set cinematografici e dal costo di oltre 500 euro ciascuna. Per mesi i protagonisti avevano studiato il tragitto del portavalori blindato.
La Procura ha ricostruito chche la banda era organizzata in cellule dislocate tra il Foggiano, l’Agro nocerino sarnese, il Napoletano e il Veronese. In particolare all’interno dell’organizzazione spiccavano quelli di Cerignola, capaci di contare su importanti risorse economiche e su un’organizzazione militare.Le indagini furono avviate nel febbraio scorso dopo una rapina da 78mila euro a un portavalori che stava percorrendo il raccordo autostradale Salerno-Avellino, all’altezza di Fisciano. Un colpo che fu subito ricollegato ad altri simili eseguiti tra Fisciano, Solofra e alla biglietteria degli scavi di Pompei, oltre che a due tentate ad altrettante banche. La prossima settimana il giudice dell’udienza preliminare pronuncerà la sentenza.
Alfonso T. Guerritore
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