Il piano della Tecnis non convince Spirito 

Il presidente dell’Authority: «Stiamo lavorando affinché rispetti i nostri tempi. Porta Ovest va ultimata entro il 2020»

Il cronoprogramma tanto atteso, presentato dalla Tecnis, che dovrà essere la “bibbia” per il completamento di Porta Ovest – il sistema di tunnel che dovrà collegare il porto di Salerno all’autostrada – non convince l’Autorità portuale.
«Stiamo lavorando – evidenzia il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale, Pietro Spirito – per renderlo più coerente alle nostre aspettative, soprattutto per la ripresa a regime del cantiere». Tradotto in soldoni significa che la società siciliana, che è in amministrazione straordinaria, è stata invitata a rimodulare il documento, consegnato da oltre 15 giorni, come da impegni presi, nel corso della sua visita in città, dall’amministratore straordinario della società siciliana, Saverio Ruperto. C’è la necessità, infatti, che siano date precise garanzie affinché i tunnel siano ultimati entro 3 anni, in quanto in ballo ci sono i finanziamenti europei e le scadenze, in questo caso, sono molto fiscali. Tant’è che Spirito non ammette deroghe: «L’infrastruttura – rimarca – deve essere terminata nel 2020. E questa condizione per noi è un must».
Dunque si spinge affinché l’azienda appaltatrice rispetti le scadenze. «Noi faremo pressione – conferma Spirito – fino a quando non saranno stati presi impegni per stare dietro alle previsioni». D’altronde Porta Ovest rientra tra gli interventi più importanti per il potenziamento del porto, perché permetterà ai mezzi pesanti di raggiungere direttamente lo svincolo autostradale, senza percorrere il viadotto Gatto. Un vantaggio sia per il business portuale che per la vivibilità della città.
L’opera, finanziata con 150 milioni di euro dall’Unione europea, oltre ad essere altamente strategica è anche maledettamente dannata, perché in quest’anni è stata al centro dell’attenzione, soprattutto della magistratura inquirente. L’ultimo sequestro preventivo c’è stato il 12 febbraio del 2016 e i sigilli sono stati tolti il 16 giugno dello stesso anno. Il Gip, tuttavia, ha prescritto monitoraggi aggiuntivi all’interno delle gallerie sotto la supervisione del Provveditorato alle Opere pubbliche della Campania, per cui è stata stipulata un’apposita convenzione con il Provveditorato.
Adesso, quando i guai giudiziari sembrano essere alle spalle, si è materializzata la crisi della Tecnis, la società siciliana che ha vinto l’appalto. Impresa che è stata ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria, come previsto dalla legge Marzano. Lo scorso 19 settembre l’amministratore straordinario, Saverio Ruperto, ha assicurato che i lavori riprenderanno e che sarebbe stato consegnato il cronoprogramma.
Scendendo nei particolari l’intervento prevede la sistemazione dello svincolo autostradale zona Cernicchiara e, in particolare, la realizzazione di un nuovo ramo di uscita autostradale per gli utenti dell’autostrada provenienti da Reggio Calabria; la realizzazione di una galleria a doppia canna, ognuna a doppia corsia e senso unico di marcia, tra l’area di Cernicchiara e via Ligea/porto. Gli interventi relativi al primo stralcio del primo lotto sono stati completati. Nel 2013 è stato dato il via al primo stralcio del secondo lotto.
Al 31 agosto 2017 risultano scavati 2 mila 948 metri di galleria (circa il 60% del totale previsto in progetto di 4 mila 950 metri) ed emessi 16 stati di avanzamento lavori, per un importo complessivo di 45 milioni 618 mila euro (circa il 39% dell’importo contrattuale di 115 milioni 917.428,54 euro. In questo momento si stanno completando i rivestimenti del tratto scavato (“arco rovescio” e “calotta”) sui quattro fronti di scavo.
Gaetano de Stefano
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